Si stima che, ogni anno, dai fiumi si riversino nell’oceano da 1,15 a 2,41 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Più della metà di questa plastica è meno densa dell’acqua, perciò galleggia nel mare. Quella più resistente può galleggiare nell’ambiente marino e può essere trasportata dalle correnti. Questo materiale si va ad accumulare in determinate aree, formando delle "isole di plastica". Una volta che queste plastiche entrano nel moto rotatorio delle correnti, non lasciano l'area fino a quando non si degradano in pezzi minuscoli. Infatti, con l'effetto del sole, delle onde e della vita acquatica, il materiale si trasforma in particelle generalmente più piccole di un millimetro, dette microplastiche. Ma il problema non si limita solo all'accumulo, perchè questi frammenti piccolissimi vanno a mescolarsi e confondersi con il plancton, da cui si rigenera la vita negli oceani, quindi la base di tutta la catena alimentare! Poi i pesci se ne cibano, noi ci cibiamo dei pesci... il risultato è che diverse migliaia di animali marini come pesci, balene e tartarughe, spesso muoiono proprio per "indigestione" di plastica. Pensate, è stata provata una tartaruga nelle Filippine che aveva 40 chili di plastica nello stomaco!
Un recente studio condotto dall'Università di Newcastle in Australia, commissionato dal WWF, ha calcolato la quantità di plastica che noi uomini ingeriamo, che è pari ad una carta di credito a settimana!
L’isola di plastica più grande al mondo
Charles Moore , capitano di una barca e oceanografo americano, rimase allibito quando, di ritorno da una regata nel 1997, incontrò un’isola di plastica così larga che gli ci vollero sette giorni per attraversarla! Quello che trovò ha poi mobilitato la comunità scientifica: il Great Pacific Garbage Patch, alias Pacific Trash Vortex, situato tra il Giappone e le Hawaii, è l’accumulo più grande di tutti i mari, oltre che uno dei più grandi simboli della crisi ambientale.
Oggi, secondo uno studio scientifico pubblicato su Nature, si ritiene che l’isola di plastica nel Pacifico sia come un continente di rifiuti in costante crescita, che misuri circa 1,6 milioni di km² e che contenga 80.000 tonnellate di rifiuti. Per dare un’idea delle sue dimensioni, la superficie di questa isola di plastica è oltre tre volte quella della Francia ed è costituita per circa il 90% da minuscoli frammenti (microplastiche). Purtroppo questa non è l’unica! Ci sono almeno altre CINQUE ISOLE DI PLASTICA, di dimensioni più ridotte, collocate nell’Oceano Indiano, nel Nord Atlantico, nel Sud Pacifico, nel Sud Atlantico e nel Mar Mediterraneo.
Cosa possiamo fare? Non possiamo più stare a guardare come abbiamo fatto fin'ora! TUTTI dobbiamo fare qualcosa: noi cittadini dobbiamo ridurre la plastica che utilizziamo ogni giorno, i governi dovrebbero promuovere politiche di uso/riuso e di smaltimento dei beni compatibile con l’ambiente in cui viviamo, favorendo l’utilizzo di materiale biodegradabile.
Insieme possiamo farcela!
Aprile Mariarosaria, Aversano Margherita, D’elia Benedetta, Delfino Alessandro e Gifuni Alessia
1F
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