GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE
La legalità è il rispetto delle regole e delle leggi stabilite
dalla Costituzione Italiana per rendere il nostro Paese un Paese civile, dove
tutti i cittadini hanno l’obbligo di rispettare e hanno il diritto di essere
rispettati. La Costituzione Italiana affida allo Stato il compito di far
rispettare le leggi; in particolare, la Magistratura esercita il potere
giudiziario, con l’aiuto delle Forze di Polizia che attuano un controllo
quotidiano delle attività ordinarie e non ordinarie dei cittadini. I giovani
hanno un innato senso di giustizia ma, nel corso della loro vita, vengono
influenzati dalla famiglia, dagli amici e da altri fattori che potrebbero
determinare dei comportamenti sbagliati. Perciò, i giovani vanno educati alla
cultura della legalità mediante opportuni percorsi culturali e grazie alla
proposta di modelli comportamentali positivi, rappresentati anche da persone
illustri o sconosciute che hanno lottato per raggiungere obiettivi di giustizia
e di legalità, in alcuni casi anche pagando con la vita il loro impegno e il
loro coraggio.
La criminalità rappresenta tutto quello che contrasta la
legalità e le leggi dello Stato: comportamenti illeciti, azioni illegali,
organizzazioni più o meno complesse di persone che nella vita traggono profitto
senza rispettare le leggi della comunità civile. Le principali organizzazioni
criminali in Italia sono la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta e, in misura
minore, la Sacra corona unita. Queste organizzazioni criminali, utilizzando
sistemi di repressione e intimidazione, mantengono il controllo di numerose
attività economiche, politiche e sociali. Esse si basano su una fitta rete di
ramificazioni che si estende non solo nelle zone di origine ma anche nelle
varie regioni d’Italia e addirittura in molte città a livello internazionale,
traendo profitto da molte attività illecite, tra le più importanti troviamo il
traffico di sostanze stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione,
l’usura, lo smaltimento di rifiuti tossici e il traffico d’armi. Da queste
attività illecite, la criminalità ricava grosse somme di denaro che poi investe
nell’economia legale, riciclando enormi capitali. La criminalità esercita
pressioni sul mondo politico e su quello imprenditoriale per assicurarsi
l’affidamento degli appalti pubblici. La conferma dei rapporti tra criminalità
e politica è data da tante amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni
criminali, soprattutto in Sicilia, in Campania e in Calabria. Per contrastare
lo strapotere della criminalità è importante che nasca, soprattutto nei
giovani, la convinzione che la società moderna deve liberarsi dalle mafie e dai
criminali. L’inizio di una ribellione importante delle coscienze contro la
criminalità si può far risalire al tragico assassinio dei giudici Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino, che in Sicilia misero in atto tutti i loro sforzi
per contrastare la mafia, al punto da raggiungere risultati così importanti che
l’organizzazione criminale decise di ucciderli a distanza di pochi mesi nel
1992. Da quel tragico momento le coscienze degli uomini giusti si risvegliarono
e nacquero tante associazioni che operano per contrastare le attività
criminali. Un magistrato che oggi lotta con tutte le sue forze contro la
‘ndrangheta è il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri che, a causa del
suo grande impegno contro la criminalità, rischia la propria vita, vivendo
sotto scorta dal 1989. In Campania, un uomo coraggioso che lottò contro la
criminalità fu Don Peppe Diana, con il suo impegno civile e le sue denunce
contro la camorra, che lo portarono a morire a soli 36 anni per mano dei
camorristi, che vollero farlo tacere per sempre. Penso che questi esempi di
uomini coraggiosi che lottano contro la criminalità sono fondamentali per una
rinascita civile, per l’eliminazione delle mafie e per l’educazione dei giovani
alla cultura della legalità. Il loro esempio di coraggio, di vita spesa per un
impegno civile parla ai giovani e li spinge a cambiare la rotta del loro
futuro. Penso anche che lo Stato, nei prossimi anni, dovrà fare delle efficaci
politiche a favore dei giovani, a favore delle regioni meridionali dove è
ancora difficile trovare lavoro e quindi è più facile cadere nella rete della
criminalità. Significativo è il fatto che nei nostri territori dell’aversano la
locuzione ‘Terre di camorra’ sia stata sostituita da quelle di ‘Terre di Don
Peppe Diana’ nelle quali si è sviluppata negli ultimi 25 anni, grazie ai
giovani e al volontariato, specialmente di quello cattolico, una nuova forma di
economia, la cosiddetta ‘economia civile’ che attraverso l’utilizzazione a fini
sociali dei beni immobili e delle aziende confiscate ai camorristi ha creato
opportunità di nuovo lavoro onesto e dignitoso, elaborando una nuova narrazione
per parlare di una terra le cui terribili contraddizioni, qualche anno fa, furono portate all’attenzione del mondo
intero con il libro ‘Gomorra’ di Roberto Saviano.
Caramanica Mario 3A
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