mercoledì 31 marzo 2021

Giornata della memoria

 

Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie 


La legalità e il rispetto delle leggi sono un fattore necessario per mantenere la tranquillità nelle vite di tutti. Il compito di far rispettare le leggi è affidato allo Stato; un esempio sono le Forze di Polizia, che si impegnano per la prevenzione di tutte le situazioni che possano turbare il vivere civile, e la repressione dei reati

Tutti noi abbiamo bisogno di qualcuno che preservi la concordia fra i cittadini che è minacciata dalla criminalità, che assume comportamenti che vanno contro la giustizia e la sicurezza dei cittadini per poter arricchirsi senza scrupoli. Il fenomeno della criminalità è sempre stato noto fin dai tempi antichi, quando ancora c'erano pirati, briganti e banditi. La criminalità si divide in diversi tipi, tutti quanti ugualmente immorali. Troviamo la microcriminalità, che comprende le infrazioni meno gravi, tipiche di ambienti di emarginazione sociale, e la criminalità organizzata. 

La criminalità organizzata indica le attività di alcune organizzazioni programmate in maniera stabile con uno schema gerarchico, regole interne e una grande capacità militare nell’uso delle armi. Il motivo della nascita di queste organizzazioni non sono solamente economici, ma anche politici, sociali o ideologici. 

Per combattere queste organizzazioni sono presenti diverse associazioni, come Libera, fondata nel 1995 da Don Luigi Ciotti, alla quale sono collegate la maggior parte delle associazioni antimafia italiane. Nonostante l'impegno degli attivisti, è ancora impossibile per molti opporsi alla criminalità, dato che la maggior parte delle persone hanno paura delle conseguenze alle quali la loro ribellione possa condurre. Non è raro che gli attivisti che lottano contro la mafia vengano uccisi; questo è il caso di Don Peppe Diana, un giovane prete di Casal di Principe che è stato ingiustamente assassinato dalla camorra per i suoi interventi per il risveglio delle coscienze. Il suo impegno la sua dedizione nell'opporsi alla camorra è stato così toccante che ha lasciato il segno. Benché la sua storia non sia tanto recente, è ricordato per le sue azioni di giustizia ed è un esempio per noi giovani. In questi 25 anni trascorsi dal suo assassinio, migliaia di persone si oppongono a quelle che sono le azioni illegali della mafia, che trae profitto dalla disperazione delle persone bisognose. In questi anni sono state create delle alternative valide all’economia delle camorra (estorsione, usura, etc.), utilizzando i beni, le case, le aziende dei camorristi non solo nelle zone di camorra della provincia di Caserta, ma in tutta l’Italia, attraverso la creazione di esperienze economiche e sociali di vera legalità e di un sano sviluppo (“Libera Terra”: nasce con l’obiettivo di recuperare e valorizzare i beni liberati dalle mafie per ottenere prodotti di alta qualità).

Anche in questo periodo di pandemia le persone disperate e bisognose di prestiti, ingenuamente, si rivolgono a gente che vuole semplicemente truffarle e portarle alla rovina, ma è intervenuto lo Stato che sta concedendo aiuti e sussidi a imprese e lavoratori per superare la grave crisi economica.

Cinquegrana Alessia 3A

 

IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE

 

GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE 



La legalità è il rispetto delle regole e delle leggi stabilite dalla Costituzione Italiana per rendere il nostro Paese un Paese civile, dove tutti i cittadini hanno l’obbligo di rispettare e hanno il diritto di essere rispettati. La Costituzione Italiana affida allo Stato il compito di far rispettare le leggi; in particolare, la Magistratura esercita il potere giudiziario, con l’aiuto delle Forze di Polizia che attuano un controllo quotidiano delle attività ordinarie e non ordinarie dei cittadini. I giovani hanno un innato senso di giustizia ma, nel corso della loro vita, vengono influenzati dalla famiglia, dagli amici e da altri fattori che potrebbero determinare dei comportamenti sbagliati. Perciò, i giovani vanno educati alla cultura della legalità mediante opportuni percorsi culturali e grazie alla proposta di modelli comportamentali positivi, rappresentati anche da persone illustri o sconosciute che hanno lottato per raggiungere obiettivi di giustizia e di legalità, in alcuni casi anche pagando con la vita il loro impegno e il loro coraggio.
La criminalità rappresenta tutto quello che contrasta la legalità e le leggi dello Stato: comportamenti illeciti, azioni illegali, organizzazioni più o meno complesse di persone che nella vita traggono profitto senza rispettare le leggi della comunità civile. Le principali organizzazioni criminali in Italia sono la mafia, la camorra, la ‘ndrangheta e, in misura minore, la Sacra corona unita. Queste organizzazioni criminali, utilizzando sistemi di repressione e intimidazione, mantengono il controllo di numerose attività economiche, politiche e sociali. Esse si basano su una fitta rete di ramificazioni che si estende non solo nelle zone di origine ma anche nelle varie regioni d’Italia e addirittura in molte città a livello internazionale, traendo profitto da molte attività illecite, tra le più importanti troviamo il traffico di sostanze stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l’usura, lo smaltimento di rifiuti tossici e il traffico d’armi. Da queste attività illecite, la criminalità ricava grosse somme di denaro che poi investe nell’economia legale, riciclando enormi capitali. La criminalità esercita pressioni sul mondo politico e su quello imprenditoriale per assicurarsi l’affidamento degli appalti pubblici. La conferma dei rapporti tra criminalità e politica è data da tante amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni criminali, soprattutto in Sicilia, in Campania e in Calabria. Per contrastare lo strapotere della criminalità è importante che nasca, soprattutto nei giovani, la convinzione che la società moderna deve liberarsi dalle mafie e dai criminali. L’inizio di una ribellione importante delle coscienze contro la criminalità si può far risalire al tragico assassinio dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, che in Sicilia misero in atto tutti i loro sforzi per contrastare la mafia, al punto da raggiungere risultati così importanti che l’organizzazione criminale decise di ucciderli a distanza di pochi mesi nel 1992. Da quel tragico momento le coscienze degli uomini giusti si risvegliarono e nacquero tante associazioni che operano per contrastare le attività criminali. Un magistrato che oggi lotta con tutte le sue forze contro la ‘ndrangheta è il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri che, a causa del suo grande impegno contro la criminalità, rischia la propria vita, vivendo sotto scorta dal 1989. In Campania, un uomo coraggioso che lottò contro la criminalità fu Don Peppe Diana, con il suo impegno civile e le sue denunce contro la camorra, che lo portarono a morire a soli 36 anni per mano dei camorristi, che vollero farlo tacere per sempre. Penso che questi esempi di uomini coraggiosi che lottano contro la criminalità sono fondamentali per una rinascita civile, per l’eliminazione delle mafie e per l’educazione dei giovani alla cultura della legalità. Il loro esempio di coraggio, di vita spesa per un impegno civile parla ai giovani e li spinge a cambiare la rotta del loro futuro. Penso anche che lo Stato, nei prossimi anni, dovrà fare delle efficaci politiche a favore dei giovani, a favore delle regioni meridionali dove è ancora difficile trovare lavoro e quindi è più facile cadere nella rete della criminalità. Significativo è il fatto che nei nostri territori dell’aversano la locuzione ‘Terre di camorra’ sia stata sostituita da quelle di ‘Terre di Don Peppe Diana’ nelle quali si è sviluppata negli ultimi 25 anni, grazie ai giovani e al volontariato, specialmente di quello cattolico, una nuova forma di economia, la cosiddetta ‘economia civile’ che attraverso l’utilizzazione a fini sociali dei beni immobili e delle aziende confiscate ai camorristi ha creato opportunità di nuovo lavoro onesto e dignitoso, elaborando una nuova narrazione per parlare di una terra le cui terribili contraddizioni, qualche anno fa,  furono portate all’attenzione del mondo intero con il libro ‘Gomorra’ di Roberto Saviano.
 
Caramanica Mario 3A

 

venerdì 26 marzo 2021

L'isola di plastica

 


L’isola di plastica

Si stima che, ogni anno, dai fiumi si riversino nell’oceano da 1,15 a 2,41 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Più della metà di questa plastica è meno densa dell’acqua, perciò galleggia nel mare. Quella più resistente può galleggiare nell’ambiente marino e può essere trasportata dalle correnti. Questo materiale si va ad accumulare  in determinate aree, formando delle "isole di plastica". Una volta che queste plastiche entrano nel moto rotatorio delle correnti, non lasciano l'area fino a quando non si degradano in pezzi minuscoli. Infatti, con l'effetto del sole, delle onde e della vita acquatica, il materiale si trasforma in particelle generalmente più piccole di un millimetro, dette microplastiche. Ma il problema non si limita solo all'accumulo, perchè questi frammenti piccolissimi vanno a mescolarsi e confondersi con il plancton, da cui si rigenera la vita negli oceani, quindi la base di tutta la catena alimentare! Poi i pesci se ne cibano, noi ci cibiamo dei pesci... il risultato è che diverse migliaia di animali marini come pesci, balene e tartarughe, spesso muoiono proprio per "indigestione" di plastica. Pensate, è stata provata una tartaruga nelle Filippine che aveva 40 chili di plastica nello stomaco!

Un recente studio condotto dall'Università di Newcastle in Australia, commissionato dal WWF, ha calcolato la quantità di plastica che noi uomini ingeriamo, che è pari ad una carta di credito a settimana!

 



L’isola di plastica più grande al mondo

Charles Moore , capitano di una barca e oceanografo americano, rimase allibito quando, di ritorno da una regata nel 1997, incontrò un’isola di plastica così larga che gli ci vollero sette giorni per attraversarla! Quello che trovò ha poi mobilitato la comunità scientifica: il Great Pacific Garbage Patch, alias Pacific Trash Vortex, situato tra il Giappone e le Hawaii, è l’accumulo più grande di tutti i mari, oltre che uno dei più grandi simboli della crisi ambientale.

Oggi, secondo uno studio scientifico pubblicato su Nature, si ritiene che l’isola di plastica nel Pacifico sia come un continente di rifiuti in costante crescita, che misuri circa 1,6 milioni di km² e che contenga 80.000 tonnellate di rifiuti. Per dare un’idea delle sue dimensioni, la superficie di questa isola di plastica è oltre tre volte quella della Francia ed è costituita per circa il 90%  da minuscoli frammenti (microplastiche). Purtroppo questa non è l’unica! Ci sono almeno altre CINQUE ISOLE DI PLASTICA, di dimensioni più ridotte, collocate nell’Oceano Indiano, nel Nord Atlantico, nel Sud Pacifico, nel Sud Atlantico e nel Mar Mediterraneo.

Cosa possiamo fare? Non possiamo più stare a guardare come abbiamo fatto fin'ora! TUTTI dobbiamo fare qualcosa: noi cittadini dobbiamo ridurre la plastica che utilizziamo ogni giorno, i governi dovrebbero promuovere politiche di uso/riuso e di smaltimento dei beni compatibile con l’ambiente in cui viviamo, favorendo l’utilizzo di materiale biodegradabile. 

 Insieme possiamo farcela!   




Aprile Mariarosaria, Aversano Margherita, D’elia Benedetta, Delfino Alessandro e Gifuni Alessia

 1F

 

 

mercoledì 24 marzo 2021

Un gigante buono: il Vesuvio

 


Un gigante buono: il Vesuvio

"Non esisterebbe il Vesuvio senza Napoli. Non esisterebbe Napoli senza il Vesuvio"

 Il Vesuvio è l’emblema di Napoli e da secoli suscita la curiosità, il timore e la fantasia dei turisti, tra mito e leggende.

È un vulcano quiescente ed è tra i più studiati e pericolosi al mondo per le sue caratteristiche esplosive e per la popolazione che vi abita. La sua ultima eruzione è stata nel 1944 in piena Guerra Mondiale.



Il Vesuvio ha una tipica forma tronco-conica, il cui punto più alto raggiunge i 1.277 m. Il cratere ha un diametro di 450 m ed una profondità di 300 m. Attualmente sul Gran Cono del Vesuvio sono presenti piccole fumarole, segno del suo stato di “riposo attivo”.  Il Vesuvio fa parte di una vasta area vulcanica che si è originata circa 2 milioni di anni fa, durante le fasi tettoniche connesse all’apertura del bacino tirrenico e all’assestamento della catena appenninica. L’attuale forma del vulcano è il risultato del continuo susseguirsi, negli ultimi 25.000 anni, di eruzioni esplosive ed effusive. Infatti questi eventi hanno in parte demolito il vulcano più antico, il Monte Somma, all’interno del quale si è originato il Gran Cono del Vesuvio: l’insieme dei due edifici vulcanici prende il nome di complesso vulcanico Somma-Vesuvio.

La sua eruzione più importante e più distruttiva è stata senza dubbio quella del 79 d.C., dopo un periodo di quiete durato probabilmente circa otto secoli. Con questa eruzione furono completamente sommerse le città di Pompei, Stabia ed Ercolano. La data dell'eruzione è stata attestata da una lettera di Plinio il Giovane, data che corrisponderebbe al 24 agosto. Da alcuni dati archeologici recenti, invece, sembra più probabile che l'eruzione sia avvenuta il 24 ottobre. L'eruzione iniziò con l'apertura del condotto a seguito di una serie di esplosioni e in poco più di trenta ore, l’eruzione riuscì  a sommergere le città sottostanti. Successivamente una colonna di gas, ceneri, frammenti litici si sollevò per circa 15 km al di sopra del vulcano. 



Oggi il Vesuvio è controllato e monitorato 24/24h grazie ad una
 tecnologia avanzata, con strumenti per il monitoraggio continuo della sismicità, delle deformazioni del suolo e delle emissioni di gas dal suolo e dalle fumarole.

Vivere alle falde del Vesuvio rappresenta un grande rischio, ma i vulcanologi lo tengono sotto continua osservazione e riusciranno a rilevare con un po’ di anticipo l’insorgenza dei fenomeni precursori dell’eruzione e a far evacuare velocemente la popolazione.

Scontato dire che ovviamente arrivare in cima non è proprio una "passeggiata ", sicuramente non la classica passeggiata sul lungomare o al parco... ma la vista da lassù è mozzafiato, non ci sono parole per descrivere una tale emozione, da lì ti senti quasi "padrone del mondo"...e poi guardare il Vesuvio al suo interno è uno spettacolo affascinante, da non perdere!


Pagano Dominique, Grimaldi Michele, Di Lemma Lidia, Flagiello Antonio 3F

sabato 20 marzo 2021

“LA CAMORRA UCCIDE IN CHIESA”

 

LA CAMORRA UCCIDE IN CHIESA”


Don Peppe Diana, simbolo della lotta contro la camorra

Sono le ore 7,25 del 19 Marzo 1994. Con 5 colpi di pistola che rimbombarono nella Chiesa di San Nicola a Casal di Principe, la vita di Don Peppe terminò.

  

Ucciso dalla camorra il giorno del suo compleanno mentre si preparava per la celebrazione della messa, gli amici lo attendevano per festeggiare, ma non li raggiunse mai.

Il suo impegno civile e religioso contro la camorra ha lasciato un profondo segno nella società campana.

Don Peppe Diana cercava di aiutare la gente comune che si trovava in difficoltà negli del dominio della camorra casalese, legata principalmente al boss Francesco Schiavone.

Gli uomini del clan controllavano non solo traffici illeciti, ma si erano anche infiltrati negli enti locali, gestendo fette rilevanti di economia legale, tanto da diventare “camorra imprenditrice”.

Era un sacerdote che amava confondersi tra la gente girava per il paese in jeans, e non in tonaca; aveva, insomma, deciso che dalla sua faccia doveva emergere trasparenza, lui era così come appariva.

La sua voce era divenuta un grido che riscuoteva le coscienze. le sue non erano prediche generiche, o esortazioni buone per ogni cerimonia, ma ragionamenti ricchi di esempi, di nomi e cognomi, di denunce etiche e politiche.

Questo grido risuona ancora oggi nelle coscienze civiche di tutti noi giovani che ci impegniamo ogni giorno affinché nascano semi di legalità di giustizia, di pace nei nostri territori. 

                                                              Giovanna D’Ambra 2 D

martedì 16 marzo 2021

Alla scoperta di Marte, il pianeta rosso

 


ALLA SCOPERTA DI MARTE, IL PIANETA ROSSO

Marte, denominato pianeta rosso, ha da sempre affascinato l’umanità che con il tempo ha imparato a conoscerlo sempre più a fondo grazie all’innovazione tecnologica.

Il 18 febbraio 2021, dopo un viaggio di ben sette mesi, il rover della Nasa PERSEVERANCE  è atterrato sul pianeta rosso in cerca di vita. Il 9 febbraio sono atterrate le astronavi di Pechino, anche loro in cerca di segni di vita. Tutti si sono catapultati su Marte, perché pare che ci sia stato un allineamento che avviene una volta ogni due anni. Solo dopo 2 giorni dall’atterraggio il robot Persevance ha osservato, orbitando attorno al pianeta, il cratere Jezero che ha un diametro di 49 chilometri. La NASA ha diffuso un video spettacolare dell’"ammartaggio"  e anche un audio che ci ha fatto ascoltare il suono del vento su Marte! 

Nel 2020 sono stati prelevati dall’associazione “Mars sample return”, dei campioni del territorio di Marte per studiarlo meglio. Questi campioni verranno rilanciati nell’orbita marziale nel 2026 da due bracci robotici.


 Una delle missioni su Marte che ha segnato la storia, è quella degli anni ’70 eseguite dalle gemelle Viking, che scattarono le prime foto dettagliate della superficie marziana, permettendoci di scoprire un mondo straordinario e affascinante, molto diverso dal nostro.

(Gemelle Viking)

 

Che dire,  sembra fantascienza ma è realtà! Chissà se scopriremo forme di vita su Marte...


Di Donato Gabriella e Marsilio Chiara 2F

lunedì 15 marzo 2021

Covid, ispirato alla canzone Soldi di Mahmood

 

Covid, ispirato alla canzone Soldi di Mahmood


Sotto la mascherina fa molto caldo
Mamma stai tranquilla sto sanificando
Te la prenderai per un bugiardo
Ti sembrava tosse ma era altro
Compra amuchina sotto casa
Alla TV danno De Luca
Dopo un'ordinanza mi chiede come va
Mi chiede come va , come va, come va,
Sai già come va, come va, come va
Penso più veloce per capire se domani tu mi infetterai
Non ho tempo per chiarire perché solo ora so cosa hai
E' difficile stare in DAD quando perdi la rete
Lasci lezione in un secondo
Tu dimmi se
Pensavi solo al Covid , Covid
Come se avessi avuto Covid, Covid
Dimmi se te la metti o te la togli,togli
Mi chiedi come va, come va, come va
Adesso come va, come va, come va
Ciò che devi sanificare non l'hai sanificato
Uscire è un nuovo caso nel paese
Prendi tutta la tua paura
Chiudila a casa e vivi ma lo sai che lo sa
Dalla cattedra lei mi chiederà
Mi chiede come va , come va , come va
Sai già come va, come va, come va.

F.Pio Vitale 2D

Famiglia e amici la mia forza

 


Famiglia e amici la mia forza



Oggi sono qui per parlare della mia storia, che purtroppo non è bella, ed è incominciata quando io mi trovavo in 3^ elementare ed ha avuto fine solo in 1^ media.

Sono stata vittima di bullismo: delle ragazze mi prendevano in giro per dei problemi che avevo, facendomi sentire quindi inferiore e sbagliata. Spesso mi sono auto colpevolizzata. Questa storia mi ha fatto stare malissimo, anche perchè cominciavo a non avere voglia di andare a scuola e sono arrivata al punto che ogni loro parola "offensiva" mi rovinava tutta la giornata.
Devo dire che alcuni componenti della classe sono stati molto più di semplici amici, mi hanno sopportato tantissimo, sono stati i miei miglior confidenti. Ancora oggi, che mi trovo in 2^ media e ho ancora rapporti con la mia migliore amica, lei è parte integrante della mia vita, ancora oggi mi aiuta nei miei momenti no.
Oltre ai miei amici, di vitale importanza è stata anche la mia famiglia: sono le persone che hanno subito i miei peggiori "scleri"... Però un grazie va anche alle mie cugine più grandi che alla fine mi hanno aiutato come non ha mai fatto nessuno, quindi non potevo desiderare amici e famiglia migliori, mi sento davvero fortunata.
Ho trovato il coraggio di riprendermi per rifarcela, perchè sono forte, più di quanto pensassi e non l'avrei mai data vinta a persone che non meritano le mie lacrime. Ho cercato di non abbattermi e di non arrendermi.
Questa mia storia, nel bene e nel male, mi ha aiutato, sono cambiata e mi sono accorta di avere tanta forza per aver superato una cosa del genere.
Magari a chi si trova nella mia situazione darei un consiglio: non tenetevi tutto dentro, parlatene con le persone che vi sono più vicine. Magari se non vedete uno spiraglio di luce, non arrendetevi, perchè ci sarà sempre nella vita una persona che cerca di abbattervi. Voi non dovete darle questa soddifazione!

Silvestre Immacolata 2A

DONNE IN CARRIERA: SIAMO UN AFFARE PER LA SOCIETA’!

 


DONNE IN CARRIERA: SIAMO UN AFFARE PER LA SOCIETA’! 

Mercoledi 10 marzo abbiamo partecipato con la prof.ssa Lampitelli ad un convegno on line sulle donne in carriera come Project Manager, cioè manager responsabili di un progetto dalla nascita alla sua realizzazione.  Era intitolato: “L’8 MARZO CONTINUA… QUANDO IL PROJECT MANAGER E’ DONNA: ESPERIENZE, APPROCCIO E SFIDE NEL MANAGEMENT AL FEMMINILE.”

Il titolo ci ha molto incuriosito!

Ci siamo collegati al webinar del PMI Central Italy Chapter dove abbiamo ascoltato l’esperienza professionale e umana di 8 donne tra ingegneri, fisici nucleari, matematici e due esperti, una psicologa e una delle consigliere di parità della regione Lazio.

 Esse hanno sottolineato come le loro difficoltà fossero iniziate fin dalla frequenza di un corso di laurea prettamente maschile, tanto che i compagni di classe e gli insegnanti si mostravano spesso ostili e poco disponibili alla collaborazione, non per uno spirito di competizione, ma perché le trovavano fuori posto in quegli ambienti storicamente rivolti ai maschi. E, una volta entrate a far parte di aziende, anche di una certa importanza, hanno avuto difficoltà perché venivano sempre sottovalutate.

Una signora ingegnere chimico ha raccontato che non riusciva mai ad emergere in azienda, perché non le veniva dato spazio. Allora lei ha deciso di mettersi in proprio in quel settore, e poiché la conoscevano per le sue capacità, è riuscita a crearsi uno spazio di lavoro autonomo che l’ha fatta sentire più valorizzata. Un’altra ingegnere ha detto che le chiedevano un atteggiamento autoritario e direttivo nella gestione del lavoro, mentre lei dava un’immagine “assertiva e garbata” che le consentiva di arrivare ai risultati attesi senza inasprirsi. Ha raccontato di una situazione in cui un project manager cliente assumeva “comportamenti molto provocatori e sfidanti nei suoi confronti,” “come fanno i maschi quando litigano” e si aspettava che anche lei facesse lo stesso. Invece lei ha mantenuto il suo stile professionale e la sua femminilità e, di fronte all’impossibilità di un’altra forma di dialogo, ha delegato il problema, che non rientrava più nelle sue competenze, al suo capo. 

Altre ci hanno raccontato del fatto che l’essere donne in quel tipo di ruolo dirigenziale è arricchito dalla naturale flessibilità femminile, e dal fatto che le donne tendano ad entrare in empatia con le persone con cui devono lavorare. Questo fatto motiva molto chi deve essere guidato da questa professionista, lavorando meglio e di più, è nella gestione delle aziende, empatia e flessibilità siano parole chiave. Le donne sono “intelligentemente disubbidienti”, e questo consente loro di essere credibili, efficienti, empatiche, esercitare quella “competenza di cura “che rende ogni donna che lavora multi-taskings.

 Un’altra professionista, project manager presso la presidenza del consiglio dei ministri, laureata in matematica ha sottolineava che anche loro sono mamme, e la competenza di cura che è tipicamente femminile, non viene rifiutata da chi si impegna in ruoli direttivi, ma viene organizzato e gestita diversamente. Infatti il loro rapporto con i figli (le signore presenti avevano quasi tutte 2 figli) è fondata su una diversa complicità e anche se i tempi sono sempre giusti si punta ad un rapporto di qualità. Ha detto che “bisogna cedere un po’ di sovranità domestica”, lasciare che anche i mariti siano coinvolti attivamente nella gestione della casa e dei figli nel quotidiano.

E’ intervenuta anche una professoressa, ordinario di psicologia del lavoro dell’Università di Roma, che senza “furori ideologici”, cioè senza far discorsi esageratamente femministi, ha detto che spesso le donne si allineano al sistema culturale che non le vuole nei ruoli alti della carriera, e sono le prime nemiche di se stesse. Ci vuole più solidarietà nel mondo femminile , non per fare la guerra ai maschi, ma per sostenersi reciprocamente in un mondo che è modellato al maschile e che però può trarre dalla presenza delle donne solo grandi benefici. Ha detto: ”Siamo un affare per la società!”. Anche noi pensiamo che sia vero questo!

 di Luigi Tessitore e la III G

giovedì 11 marzo 2021

Nuovo vaccino italiano: Takis

Nuovo vaccino italiano: Takis

 

I vaccini sono delle preparazioni biologiche in grado di fornire un’immunità acquisita attiva contro una specie di batterio o virus. 

Il Takis 

È  appena partita la sperimentazione di un altro vaccino italiano anti Covid-19, il Takis. Si tratta di un vaccino a DNA, vale a dire che per stimolare la reazione immunitaria, utilizza un frammento di DNA  che viene iniettato nel muscolo. L’efficienza del processo è aumentata grazie alla tecnica dell'elettroporazione che favorisce il passaggio del DNA nelle cellule.

Questo tipo di vaccino potrebbe essere importante perché c’è la possibilità di modificarlo nel caso di varianti del virus non sensibili ai vaccini attuali. Per produrlo, serve ovviamente l’appoggio e il sostegno economico da parte del governo e dell'Unione Europea… è recente la notizia che la Commissione europea ha approvato l’aiuto con fondi da destinare a questa attività di ricerca.


Il vaccino è stato testato da poche settimane da un 21enne, Luca Rivolta, un cittadino di Monza che ha deciso di iscriversi al registro di volontari a luglio. Luca è stato d’esempio a tutti noi per il suo coraggio. Non ha avuto paura di affrontare questa cosa, infatti lui dice: “L’ho fatto perchè credo nella ricerca e penso che ognuno debba fare la propria parte per combattere questa pandemia”. La ricerca ha bisogno di persone coraggiose come lui!


Sorvillo Marika

                             


mercoledì 10 marzo 2021

2021: l'anno della speranza

 


2021: l'anno della speranza


Il 2020 se n'è andato, ma non insieme a questa terribile pandemia, che sta dilagando anche nel 2021. Quest'anno mi aspetto che tutti facciano la loro parte, restando a casa e uscendo solo per motivi veramente importanti, dimenticando gli errori avvenuti nell'anno trascorso a causa di ignoranza e pregiudizi; bisogna fare tutto questo non solo per sé stessi, non solo per i conoscenti, ma per tutti! Quest'anno, sono sicuro che tutti noi avremo la capacità di reagire, insieme alla speranza che stiamo ritrovando con il vaccino, la potentissima arma offertaci dalla scienza, in grado di combattere il virus.
Purtroppo, però, lo sappiamo tutti che questo vaccino non risolverà, almeno al momento, la situazione Covid-19; la pandemia ci accompagnerà sicuramente anche in questo nuovo anno, e chissà, magari anche l'anno dopo, e quello dopo ancora... ma questo non significa che bisogna perdere la speranza e la fiducia nel progresso, poiché, come ho già detto prima, se tutti fanno la loro parte impegnandosi, ci saranno possibilità più ampie di risolvere questo problema in un futuro (speriamo) vicino.

Mario Caramanica 3A

L'UE e la salvaguardia ambientale

 


GRAZIE UE


Cara UE,
è difficile scrivere questa lettera, poiché sono spesso abituato ad ascoltare le voci critiche verso il Parlamento Europeo da parte dei cittadini. Oggi, invece, io voglio scrivere di quanto sono grato all’UE per aver ascoltato i giovani riguardo alla questione climatica. Una cosa che in pochi fanno è infatti quella di ammettere i propri errori e cercare di correggerli. Sì! Creare un piano per ridurre al massimo le emissioni di CO2 non è cosa da poco, poi quando si vede che  sono stati messi a disposizione anche  fondi e leggi a favore di questa iniziativa, chiamata col fluido nome inglese “Green Deal”, si comprende la buona volontà del Parlamento dell’Unione nel cambiare quello che sta avvenendo. La natura è un tesoro, dobbiamo proteggerlo. Fiumi e prati sono la fonte d’ispirazione della mente umana, vivere bene e rispettare l’ambiente vuol dire star bene con se stessi. Ed oggi assistiamo alla grande e straordinaria prova che la natura accomuna gli uomini, basti pensare che referenti di vari Stati hanno varcato i confini delle proprie nazioni per arrivare ad un accordo collettivo. L’Ue ha anche ribadito che per nessuno stato ci sono sconti, ognuno deve fare la sua parte e chi non se ne curerà sarà sanzionato. Questo vuol dire che vi è una vigilanza su tutti i territori facenti parte dell’Unione europea. Finalmente le urla e manifestazioni di chi si curava della già grave situazione climatica sono servite , non sono finite nel fumo delle fabbriche contro cui hanno protestato. Adesso inizia un momento di solidarietà verso la Terra che ha già sofferto. Ed anche se l’Ue non è tutto il mondo, contribuisce alla distruzione di quell’effetto serra che ha già portato via tanti biomi all’interno di questa guerra del clima, che ognuno combatte con tanta dedizione e con l’amore di chi ci tiene a creare un futuro migliore in cui prati verdi e radure tempestate di alberi non siano una fantasia. Inoltre fermare le emissioni, oltreché  salvare la natura, porterà anche ad una maggiore qualità della vita. L’UE si è schierata, decidendo di stare dalla parte della salvaguardia ambientale. “Di doman non v’è certezza” diceva il Magnifico, e, se di questo domani non c’è certezza, scelgo di vivere l’oggi schierandomi dalla parte giusta: Contro l’inquinamento.
Grazie UE


Roberto Gimmati 2F

lunedì 8 marzo 2021

Women power

 



Di solito tutti, fin da piccoli, attribuiscono il nome “Supereroe” al prototipo di uomo biondo, alto, forte, che sa volare e che aiuta le donzelle in difficoltà quando stanno per cadere. Per me invece un supereroe è quell’uomo che non alza le mani su una donna, che l’aiuta con le faccende domestiche, che si prende cura dei propri bambini, che non si aspetta dalla “propria donna” una deliziosa cenetta ogni volta che torna da lavoro e che non pensa che la donna sia sua schiava, ma sua pari. Perché è così! Le donne meritano il rispetto di ogni uomo e di essere trattate come loro, perché le donne hanno gli stessi diritti dell'uomo.

Capuano Sarah 2F

La parità di genere

 



Cara Europa.
Volevo far notare che, sia in questi ultimi tempi, sia in questo periodo di pandemia, sono presenti purtroppo molte disuguaglianze di genere. Questo è ingiusto e scorretto, perché non è stato MAI detto che una donna si debba occupare solo della famiglia e non del lavoro. Le donne hanno assolutamente gli stessi diritti degli uomini e, come questi lavorano, possono farlo anche le donne, senza alcuna differenza!! Aggiungo anche che, a causa della pandemia, moltissime  "separate in casa", sono costrette a stare chiuse " in casa" e sfortunatamente c'è un'alta percentuale di violenza domestica. Inoltre molte donne, con il Covid-19 e di conseguenza con la chiusura delle scuole, hanno lasciato il proprio lavoro per badare ai loro figli. Sappiamo che il Parlamento Europeo fortunatamente sta cercando di risolvere questo problema e speriamo che si faccia qualcosa il prima possibile!!!

Claudia Romano 2A

DONNE


Donne. A volte vengono sottovalutate, o addirittura non rispettate per quanto valgono, non vengono giudicate per il loro alto valore. Oggi tocca a noi giovani esprimere la nostra opinione riguardo a ciò che sta accadendo. Fortunatamente, il Parlamento Europeo sta lottando per dare una mano alla vita della donna, assicurandosi dei giusti metodi e strumenti, per far sì che abbia anche lei i diritti nella vita politica, per esempio è molto chiara l'assenza delle donne in ambito  lavorativo,  poiché troppo impegnate a badare a famiglia e faccende domestiche. Inoltre, è presente una scarsa percentuale di decisioni prese da donne; con la pandemia c'è stato un forte aumento di violenza domestica e il parlamento europeo ritiene che sia opportuno affrontarla come una priorità politica. Noi ragazzi, cittadini del futuro, prenderemo spunto da questi avvenimenti e faremo dell'Europa un posto migliore, senza disuguaglianze, disparità o discriminazioni e soprattutto dando soddisfazione a donne che hanno dato spazio alla loro voce e che hanno lottato per la parità di genere. Iniziando da ora a rispettare e non sottovalutare le donne di oggi.

Vitale Aurora 2F

8 marzo: Non chiamatela festa!

          NON chiamatela Festa!


“Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale delle società” 

Rita Levi Montalcini


Non c’è bisogno di celebrare la festa delle donne l’8 marzo! La donna va rispettata tutti i giorni, per tutta la vita!...Ebbene, quante volte ho sentito ripetere questa frase! E quante volte vedo donne che prendono le distanze da questa “giornata” particolare perché motivate da convinzioni femministe o da personali credenze religiose. 

In occasione dell’imminente festa internazionale della donna, numerosi sono stati gli spunti di riflessione che ci sono stati offerti dai nostri professori.

La scuola è il luogo, più di ogni altro, dove si impara a pensare criticamente e ad esprimere il proprio pensiero senza condizionamenti.

In questi giorni siamo stati invitati a riflettere e a“ricordare” le conquiste delle grandi donne che si sono distinte, nel tempo, con il loro impegno e la loro azione per il raggiungimento della parità di genere.

Purtroppo, ancora oggi, esistono diversi pregiudizi e stereotipi sociali nei riguardi della donna che ostacolano e rendono difficile il cammino per le pari opportunità. 

La Giornata internazionale dei diritti della Donna è una buona occasione per parlare di “parità di genere”, uno degli obiettivi che tutti i Paesi del mondo si impegnano a  raggiungere entro il 2030. Nello specifico, il simbolo dell’Obiettivo 5 dell’Agenda, rappresenta un cerchio con la croce (la donna), quello con la freccia (l’uomo), contenente il simbolo =. 

La scuola ci informa e ci fa riflettere, anche attraverso le divulgazioni e le celebrazioni.

L’8 marzo si “festeggiano” i diritti che le donne hanno conquistato con fatica, mentre agli uomini spettavano di diritto già da tempo. 

All’inizio del Novecento nelle fabbriche c’erano differenze addirittura fra i salari degli operai e quelli delle operaie, per cui l’episodio dell’incendio nella fabbrica di camicie newyorkese è significativo per la storia delle donne perché queste  venivano sfruttate e a quell’epoca avevano cominciato a lottare per i loro diritti, fra cui anche quello di scioperare.

Però la scelta dell’8 marzo come Giornata della Donna è legata alla manifestazione delle donne russe per la fine della Prima guerra mondiale, che diede il via alla Rivoluzione russa del 1917: si ricorda, si celebra la loro forza e audacia. Per non dimenticare!

Il primo Paese in cui le donne ottennero il diritto di voto, nel 1893, fu la Nuova Zelanda, mentre in Italia alle donne fu consentito di partecipare alla vita della società, esprimere il proprio parere, contribuire a decidere e di scegliere il meglio non solo per loro ma per le loro famiglie, circa mezzo secolo dopo.

La tradizione tipicamente italiana di scegliere la mimosa come fiore simbolo della Giornata della donna la dice lunga: è un fiore che resiste anche sui terreni più aspri, proprio come le donne.

A tutte le donne che ogni giorno sanno aprire strade, generare e percorsi, liberare possibilità

Le attiviste nel mondo 

Per quanto tempo la donna è stata definita uno oggetto? Per quanto tempo alle donne gli è stato detto di “No.”? Per quando tempo le donne hanno dovuto tenere la testa bassa? Per quanto tempo hanno dovuto essere all'ombra degli uomini? Quel tempo sta per finire. Grazie a grandi donne, che ,anche nel loro piccolo, hanno avuto il coraggio di non sottomettersi al potere dagli uomini. Queste donne hanno combattuto per i loro diritti, per i nostri diritti! Ragazze che state leggendo questo articolo, non dimenticate mai che ci sono state tante donne prima di noi che si sono battute a testa alta per vivere in un mondo di uguaglianza. Ma chi sono queste donne? 

Malala YousafzaiNon era e non è mai sazia di imparare e con la sua potente voce ha fatto sentire a tutti che le donne, le ragazze e le bambine hanno il diritto all’istruzione. 

Margaret Thatcher: Nominata anche Lady di ferro,  non gli importava di quello che pensavano gli altri su di lei. Ha seguito la sua strada piena di ostacoli senza mai fermarsi. Il suo sogno era entrare in Politica e caparbiamente ci riuscì. La prima volta non ce la fece, la seconda neanche, la terza non venne nemmeno presa in considerazione ma qualche anno dopo Margaret fu eletta al parlamento. Il suo successo fu così grande che fu eletta Prima Ministra. E’ stata la prima donna  a ricoprire questo ruolo. 

Marie Curie: Per molti anni ha dovuto nascondersi in una scuola chiamata “L’Accademia Fluttuante” perché a quei tempi in Polonia il governo aveva stabilito che le ragazze non potevano frequentare l’Università. Stanca di dover occultarsi quando scopri che a Parigi c’era un Università che accettava anche le ragazze decise di andarci. Scopri insieme a suo marito due tipi di elementi radioattivi: il polonio e il radio. Vinse due premi Nobel per il suo lavoro e scelse di rendere disponibili i frutti dei suoi esperimenti gratuitamente. 

Le sorelle Mirabal: Quando il dittatore Raphael Trujillo prese il potere nella Repubblica Domenicana le sorelle Mirabal decisero di ribellarsi per ottenere la libertà del loro paese. Venivano chiamate “Las Mariposas” (Le farfalle). Organizzarono un movimento per contrastare il potere di Trujillo che fece di tutto per fermarlo e per fermare le sorelle Mirabal. Per lui le ragazze come loro erano solo delle bamboline che dovevano sorridere, fargli dei complimenti e dire grazie. Provò anche a sedurre una delle sorelle (Minerva) ma non ci riuscì perché Minerva era non era in vendita. Il coraggio delle sorelle aveva colpito molto i domenicani e gli diede la forza di ribellarsi a loro volta. Quando Trujillo fu abbattuto sull’obelisco alto più di quaranta metri, che aveva fatto costruito per simboleggiare il suo potere, oggi c’è un murale che celebra le sorelle Mirabal.


Le donne che hanno ispirato la letteratura

Molte donne sono spesso sottovalutate e costantemente prevaricate e scavalcate dagli uomini anche nelle professioni più umili. Ma ce ne sono alcune che hanno vinto questo mondo ingiusto distinguendosi per il loro valore e capacità. In particolare ci soffermeremo sulla letteratura, arte della penna e del foglio che è pura espressione dei propri sentimenti. Le donne hanno sempre ispirato la letteratura classica italiana a partire dal “Dolce stil Novo” e la “Scuola Poetica siciliana”. Il primo genere nominato vede la donna come una figura angelicata degna d’ogni lode, non per il suo aspetto fisico ma per la spiritualità di cui colma l’uomo e grazie al proprio carattere. L’accentuazione di questo pensiero viene riportato soprattutto nella “Divina Commedia” scritta dal fiorentino Dante Alighieri, in cui la figura di Beatrice manca di descrizioni fisiche. Secondo gli scrittori dell’epoca il vero amore era infatti un sentimento puro che nasceva dalle caratteristiche mentali e caratteriali della persona amata. Cosa che non avviene ai nostri tempi, dato che l'aspetto fisico viene spesso stereotipato, ed a volte si ha la convinzione di possedere il controllo sulla donna che non è libera di fare determinate scelte. Lo deduciamo anche dai vari femminicidi che recentemente aumentano. 


Capuano Sarah, Gimmati Roberto e Vitale Aurora 2F