sabato 27 febbraio 2021

Vaccini e Covid

 


Il Coronavirus ha letteralmente stravolto le nostre vite.

 La pandemia da SARS-CoV-2 – il nuovo Coronavirus – ha spinto il mondo scientifico e le case farmaceutiche ad una collaborazione mai vista prima, per ottenere un vaccino sicuro, efficace e disponibile in breve tempo per tutti gli abitanti della Terra.

 Ci sono più di 300 tipi diversi di vaccini in via di sviluppo, ma tre sono già pronti per l'uso:

Due vaccini contro il nuovo Coronavirus, sviluppati da Moderna e BioNTech-Pfizer, sono stati realizzati con una nuova tecnologia, ovvero: LA TECNOLOGIA DELL’RNA MESSAGERO.

Il terzo AstraZeneca è, invece, più tradizionale.


E ORA CERCHIAMO DI CAPIRE...
I VACCINI CONTRO IL NUOVO CORONAVIRUS

Pfizer e Moderna.

Questi vaccini sono a base di RNA messaggero (o mRNA), una delle due molecole contenenti le informazioni genetiche specifiche per ogni organismo vivente. L'altra molecola è il DNA.
Il compito del RNA è trasmettere il messaggio di vita contenuto nel DNA in modo che la cellula possa utilizzarlo per produrre tutte le proteine​​ che ci permettono di respirare, pensare, muoverci…vivere. I vaccini a mRNA sviluppati per sconfiggere la pandemia da SARS-CoV-2 devono essere conservati a temperature fino a 80 gradi sotto lo zero. All'interno del vaccino, l'mRNA è protetto, incapsulato all'interno di sfere fatte di grassi (liposomi), simili a quelli presenti delle nostre cellule.

Una volta iniettati nel nostro corpo, i liposomi liberano l'mRNA che contiene le informazioni necessarie per produrre la proteina Spike del virus. L'mRNA che si trova nel vaccino, una volta entrato nelle cellule viene letto dai ribosomi che produrranno tante copie della proteina Spike del SARS-CoV-2.
Una volta che le nostre cellule avranno prodotto la proteina Spike, questa uscirà
dalla cellula e verrà riconosciuta come estranea dal sistema immunitario. A questo punto il sistema immunitario fa il suo lavoro. Produce le armi specifiche, gli anticorpi contro la proteina Spike del SARS-CoV-2 e le cellule della memoria. Gli anticorpi bloccheranno la proteina Spike e impediranno al virus di infettarci.à

Astrazeneca.

Questo vaccino è stato l’ultimo ad essere approvato ed è raccomandato il suo utilizzo per soggetti di età inferiore a 65 anni. Il vaccino di AstraZeneca è più tradizionale: sfrutta un vettore virale di scimpanzé basato su una versione indebolita di un comune virus del raffreddore, che contiene il materiale genetico della proteina spike del virus Sars-Cov-2 e può essere conservato, una volta scongelato, ad una temperatura di 2-8 gradi. Dopo la vaccinazione l'organismo impara a riconoscere la proteina e quindi la combatte attraverso il sistema immunitario esattamente come succede per gli altri vaccini.

Un’altra differenza tra le due tipologie di vaccini è l’Efficacia: Per AstraZeneca l'efficacia stimata è del 70,3%; decisamente più alta l'efficacia registrata per il vaccino Pfizer: 95% e per quello di Moderna: 94,5%; questi dati hanno spinto anche in Italia, come in Germania, somministrare l’Astrazeneca alle persone di età compresa tra i 18 anni e i 65 anni.

Tutti e tre i vaccini autorizzati finora in Europa vengono somministrati in due dosi, con una distanza temporale del richiamo che varia: la seconda dose del vaccino Pfizer viene somministrata a 21 giorni di distanza dalla prima, per il vaccino di AstraZeneca la seconda somministrazione avviene a distanza di 4-12 settimane e, per il vaccino Moderna, l'iniezione della seconda dose avviene a 28 giorni di distanza dalla prima.

Se   non ci infettiamo, non possiamo nemmeno contagiare chi ci sta vicino.

 Quindi, il vaccino protegge ognuno di noi ma anche gli altri.


Questo ci fa comprendere l’importanza della ricerca medica e le scoperte genetiche che, attraverso la manipolazione del DNA, consentono di trovare soluzioni per molti gravi problemi. Attualmente stiamo tutti, inoltre, assistendo ad una campagna vaccinale che ci aiuterà a sconfiggere il VIRUS


CURIOSITA'

E dalla fine di febbraio del 2020, quando a Codogno scoprirono il primo caso di infezione (che poi portò morti e contagi), anche il nostro vocabolario ne ha risentito. Abbiamo imparato parole nuove, oppure sono diventati di uso comune alcuni termini che non pronunciavamo mai.

Partiamo dalla prima, la più temuta:

Coronavirus È il virus che ha originato l'emergenza globale. Ha due denominazioni scientifiche: Covid-19 e SARS-CoV-2. Covid-19 è il nome dato alla malattia associata al virus. SARS-CoV-2 è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente identificato nell'uomo.

Pandemia Deriva da pan-demos, che significa tutto il popolo. E in sostanza si riferisce a una diffusione incontrollata di una malattia è con tendenza a diffondersi ovunque, Il coronavirus è diventato ufficialmente pandemia l'11 marzo 2020.

Focolaio Un focolaio è la sede di un processo patologico. Quando si parla di processi epidemici, con questo termine si tende a descrivere una determinata zona all'interno della quale si verifica un aumento improvviso di contagi di una certa patologia.

Mascherina È diventata la nostra immancabile compagna di viaggio. Anche a scuola la teniamo su senza mai abbassarla, Nelle prime settimane di marzo 2020, le mascherine erano pressoché introvabili e il costo era altissimo. Col passare dei mesi questa emergenza è per fortuna scomparsa. Quelle più diffuse sono le chirurgiche, ma per una protezione maggiore si usano le FFP2 ed FFP3.

Tampone È un test, ma anche un lasciapassare. Il famoso cotton fioc per gola e narici è il metodo base per individuare il contagio. Di tamponi ne esistono essenzialmente due tipi: quello molecolare (con tecnica PCR) e quello antigenico. Il primo richiede un processo di analisi più lungo ma è quello più attendibile.

Lockdown È una parola che nasce dall'unione di due termini inglesi, “lock” e “down”, e verbalmente si traduce come “confinamento”. In Italia è diventato termine di uso comune a partire da subito. Il, nostro Paese è stato in lockdown dall'8 marzo al 4 maggio, quasi due mesi molto duri che ci hanno consentito di superare la prima ondata. Nella seconda ondata sono invece subentrate le restrizioni per zone (divise in tre colori).

Quarantena È la misura a cui sono stati (e sono ancora) sottoposti tutti coloro che sono entrati in contatto con persone risultate positive al Coronavirus. Di norma dura 14 giorni, perché la comunità scientifica ha stabilito che questa è la fase massima di incubazione del virus, anche se proprio su questa tempistica alcuni Paesi hanno adottato regole differenti, accorciando il periodo.

Smart Working Il lavoro da casa è diventata l'ancora di salvezza per migliaia di imprese e lavoratori in questo 2020 difficile. Perché del resto è stato (ed è) un modo per evitare di contagiare e di essere contagiati.

Immuni è l'app messa in piedi da una società privata, per conto del governo italiano, dedicata al contact tracing. È diventata da subito terreno di scontro politico, nonché bersaglio dei complottisti su potenziali rischi per la privacy.

Paziente Zero è il paziente che per primo ha trasmesso il virus dando origine a un focolaio.

DAD finalmente una parola positiva (didattica a distanza)

La DAD è stata la nostra ancora di salvezza,il nostro faro nel buio. L’unico contatto con il mondo esterno, vedere i nostri compagni e i nostri professori ci faceva sentire al sicuro.Ci ha fatto capire che non eravamo soli nella battaglia contro un nemico invisibile , che la scuola c’era e che non ci aveva abbandonati e per questo possiamo dire solo GRAZIE PROF per averci teso la mano anche a distanza. 





giovedì 25 febbraio 2021

Agenda 2030: obiettivo 2

AGENDA 2030 -OBIETTIVO 2: FAME ZERO


In queste settimane, in geografia,
 ci siamo documentati molto sulle condizioni di povertà in cui molti paesi sono costretti a vivere; insieme abbiamo avuto l’idea di creare un qualcosa per informare e sensibilizzare le persone su queste situazioni. Abbiamo avuto la grande fortuna di conoscere la cugina di una nostra compagna che fa parte di un’associazione con la quale è andata in Kenya per portare farmaci e per costruire strutture per l’igiene e la cultura. Assieme a lei abbiamo condotto un’intervista per diffondere le sue conoscenze e per, appunto, sensibilizzare le persone sulle condizioni in cui si trovano questi paesi poveri. Facciamo grande onore a lei e all’associazione con cui collabora per ciò che sta facendo per le persone meno fortunate di noi, sperando che possano vivere in condizioni migliori. Con piccoli gesti noi tutti potremo aiutare nel nostro piccolo sperando di raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030. 

L’agenda 2030, entrata in vigore a livello internazionale il 1° gennaio del 2016, è un piano di salvataggio del pianeta. E’ stata approvata dalle Nazioni Unite, un’organizzazione che rappresenta 193 Paesi nel mondo ed ingloba 17 Obiettivi per lo sviluppo sostenibile che tutti i Paesi  del mondo, non solo quelli più poveri, si impegnano a raggiungere entro il 2030. In qualsiasi Paese vi sono situazioni di povertà, di malnutrizione, di cure mediche inadeguate, di scarsi livelli di istruzione; ovunque le donne non vedono garantite le pari opportunità. Potremmo immaginarla, dunque, come un diario che ognuno di noi dovrebbe possedere, nel quale appuntare gli obiettivi da raggiungere entro un anno.

Soffermiamoci ora su uno dei problemi più diffusi nei paesi poveri: LA FAME.

Molti paesi ricchi consumano le risorse dei paesi poveri lasciandoli in estrema povertà soprattutto dal punto di vista alimentare. Si parla infatti di malnutrizione cioè un’alimentazione squilibrata in cui vi è mancanza di nutrienti o l’assunzione di questi si ha in proporzioni errate.

La malnutrizione si distingue in ipernutrizione che porta all’obesità e denutrizione che porta all’anoressia.

L’Agenda 2030 crede che la strada migliore per aumentare la sicurezza alimentare e la nutrizione sia quella di investire nei piccoli agricoltori infatti propone di aumentare Il lavoro agricolo per rendere i campi abbandonati coltivabili e produrre cibo a sufficienza per sfamare l’intera popolazione mondiale affinché nessuno resti senza il bene primario cioè il cibo.

È impensabile che, ancora oggi, si senta parlare di questo problema: persone da un lato del mondo che non hanno la possibilità di nutrirsi mentre altre che hanno cibo in abbondanza. L’Agenda infatti ha  tra le finalità quella di adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati e facilitare la distribuzione di cibo in  tutto il mondo. Se pensiamo a chi ha troppo e chi niente dovremmo impegnarci e assumerci le nostre responsabilità perché non è mai troppo tardi per rimediare a questa assurda e triste situazione.

 

 COSA POSSIAMO FARE NEL NOSTRO PICCOLO?

È difficile parlare delle cause della povertà. Perché sono troppo grandi, troppo complesse, troppo radicate. Il nostro obiettivo è combattere la povertà. Non abbiamo una formula magica. Probabilmente non esiste nemmeno. Ma possiamo impegnarci con piccoli-grandi gesti volti al nostro obiettivo:

1.       Esistono tante organizzazioni locali che accettano donazioni di alimenti, per poi distribuirli tra i più bisognosi.

2.      Possiamo Sostenere le organizzazioni che donano cibo, le quali hanno bisogno di fondi per restare aperte e pagare le persone che vi lavorano; spesso sono anche a corto di volontari che diano una mano nella distribuzione dei prodotti. 

3.      Portare il cibo direttamente ai più bisognosi. 

4.      Prestare attenzione ai prodotti che compriamo. Quando alcuni beni vengono acquistati in grandi quantità, ciò può effettivamente nuocere alle zone in cui vengono prodotti.

5.      Ridurre lo spreco di cibo.

 

Questo lavoro ci ha fatto capire quanto siamo fortunati, per questo ci teniamo a ringraziare la professoressa che ci ha dato l’input e ci ha fornito tutte le informazioni necessarie per realizzarlo e ci ha stimolato a guardare sempre un po' oltre ciò che riusciamo a vedere con i nostri occhi.

Un ringraziamento va ad Alessandra per averci informato e averci dato l’opportunità di conoscere le condizioni del Kenya, e tanti altri paesi..

Speriamo di avere altre opportunità come queste e di poter  contribuire a sconfiggere la fame e la povertà nel mondo.


                                                                                                                            Gli alunni della 3D


martedì 16 febbraio 2021

Giornata mondiale della pace

 

Enciclica “Fratelli tutti”


Dopo otto anni dalla sua elezione, Papa Francesco scrive una nuova EnciclicaFratelli tutti”, che rappresenta il momento più significativodel suo magistero.

La fratellanza è stata il primo tema che Papa Francesco ha voluto mettere al centro del suo Pontificato, fin dall’inizio, ha espresso questo desiderio: «Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza».

Il titolo è una citazione diretta dalle “Ammonizioni”di San Francesco: “Fratelli tutti” e indica una fratellanza che si estende non solo agli esseri umani ma subito anche alla terra, in piena sintonia con l’altra Enciclica del Pontefice, la “Laudato sì’”.

Fratelli tutti parla insieme della fraternità e dell’amicizia sociale. Questo è il nucleo centrale del testo e del suo significato; la fratellanza però non è solamente un’emozione, un sentimento o un’idea (per quanto nobile) per Francesco, ma un “dato di fatto”che poi implica anche l’uscita, l’azione e la libertà:

«Di chi mi faccio fratello?»

Per Papa Francesco noi siamo fratelli tutti.

Ecco perché il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, il Papa, e Aḥmad al-Tayyeb, il Grande Imam di al-Azhar, hanno firmato uno storico documento sulla fratellanza. I due leader si sono riconosciuti fratelli e hanno compreso che la fratellanza umana è l’unica via perla pace mondiale e la convivenza comunein un pianeta lacerato non solo da politiche di integralismo e di divisione, ma anche da “sistemi di guadagno smodato e da tendenze ideologiche, che manipolano le azioni e i destini degli uomini”.

Occorre riscoprire questa potente parola evangelica, ripresa nel motto della Rivoluzione Francese, che noi abbiamo sostituita con quella più debole di «solidarietà». Ha scritto Francesco in un suo messaggio: «Mentre la solidarietà è il principio di pianificazione sociale che permette ai diseguali di diventare eguali, la fraternità è quello che consente agli eguali di essere persone diverse».

Il riconoscimento della fratellanza cambia la prospettiva, la capovolge e diventa un forte messaggio dal valore politico: tutti siamo fratelli, e quindi tutti siamo cittadini con uguali diritti e doveri e quindi tutti godono della giustizia.

Sin dalle prime battute si comprende come il Papa consideri la fraternità non solo in relazione agli esseri umaniche ci sono più prossimi, ma verso tutti, gli abbandonati, i malati, gli scarti, gli ultimi, andando oltre le distanze di origine, nazionalità, colore o religione. Lo sguardo è quindi globale e universale.

Inoltre Papa Francesco sviluppa diversi temi del nostro tempo: la politica che non sa guardare lontano per risolvere i problemi sociali, la cultura dello scarto globale, i diritti umani e la necessità di accogliere i migranti e l’importanza di essere vicini fisicamente agli altri e non solo connessi virtualmente.Il percorso che Papa Francesco ci fa compiere è quello che ci mostra la necessità di andare oltre se stessi: abbandonare la solitudine dell’uomo preoccupato solo di consumare merci, chiuso nel suo individualismo e spettatore passivo,per provare a percorrere la strada dell’amore e delle relazioni che arricchiscono.Questo amore, che è apertura agli altri, é «ospitalità», è il fondamento dell’azione che permette di stabilire l’amicizia sociale e la fraternità.

Giornata mondiale della pace

La Giornata mondiale della pace è una ricorrenza, celebrata dalla Chiesa cattolica, che cade il 1º gennaio di ogni anno. Scopo della Giornata è dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione e alla preghiera per la pace.

La ricorrenza è stata istituita daPapa Paolo VI con un messaggio datato 8 dicembre 1967 ed è stata celebrata per la prima volta il 1º gennaio 1968.

Da quell'anno il Pontefice della Chiesa cattolica invia ai capi delle nazioni e a tutti gli uomini di buona volontà un messaggio che invita alla riflessione sul tema della pace.

Il tema centrale del 1° gennaio 2021 è “La cultura della cura come percorso di pace”.

“Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, spesso prevalente”. Oggi è necessario accompagnare i nostri giovani a essere “artigiani della pace” per promuovere la “cultura della cura” che afferma “l’inclusione e non l’esclusione, la dignità unica e inviolabile della persona e non lo sfruttamento”, siamo chiamati a favorire il bene comune nella famiglia, nella comunità, nella società, dove tutti i membri sono uguali in dignità.Quanto ciò sia vero e attuale ce lo mostra la pandemia del Covid 19, davanti alla quale “ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, perché “nessuno si salva da solo” e nessuno Stato nazionale isolato può assicurare il bene comune della propria popolazione”.



                                                                     Maria Luisa Dell’Aversana, classe 3a L

I.C. Rocco cav. Cinquegrana