Il coraggio di Iqbal e il suo sogno di libertà
Iqbal era un bambino normale come tutti gli altri bambini. La sua condizione di vita sfruttata iniziò a 4 anni in una fabbrica di mattoni, per poi proseguire a 5 anni in una di tappeti. La sua famiglia era poverissima, fu venduto dal padre a un fabbricante di tappeti per saldare un debito. Iqbal non sapeva che quell’uomo lo avrebbe costretto a lavorare incatenato al telaio per fabbricare tappeti oltre 12 ore al giorno, subendo lo stesso trattamento di schiavo di migliaia di bambini pakistani. Iqbal tentò varie volte di scappare e, un giorno, grazie al suo coraggio e alla sua forza di volontà, ci riuscì. Partecipò alla celebrazione della giornata della libertà organizzata dal Fronte di Liberazione dal Lavoro Schiavizzato (BLLF).Per la prima volta Iqbal sentì parlare di diritti e dei bambini che vivevano in condizione di schiavitù. Proprio come lui. Spontaneamente decise di raccontare la sua storia. Durante la manifestazione Iqbal conobbe Eshan Ullah Khan, leader del BLLF, il sindacalista rappresenterà la sua guida verso una nuova vita in difesa dei diritti dei bambini. Così Iqbal raccontò la sua storia sui teleschermi di tutto il mondo, diventando il simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori nei convegni, prima nei paesi asiatici, poi a Stoccolma e a Boston. "Non ho più paura di lui, diceva riferendosi al suo padrone, è lui che ha paura di me, di noi, della nostraribellione”. Il suo intervento fece scalpore, furono chiuse decine di fabbriche, arrestati i padroni delle fabbriche di tappeti e liberati oltre tremila bambini maltrattati, prigionieri, incatenati ai telai, costretti a lavorare oltre dodici ore al giorno. Il suo sogno di libertà è breve. Il 16 aprile 1995, domenica di Pasqua, gli spararono a bruciapelo mentre correva in bicicletta nella sua città natale Muridke, con i suoi cugini Liaqat e Faryad. "Un complotto della mafia dei tappeti" dirà Ullah Khan subito dopo il suo assassinio. Purtroppo, ancora oggi, molti bambini nel mondo sono costretti a lavorare, sono poveri, indifesi e privati della loro libertà. , ovvero l’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha stabilito che tutti i bambini del mondo sono uguali, senza distinzione di razza, lingua, cultura e religione, perciò, tutti i bambini devono avere la possibilità di studiare e sentirsi liberi, invece, di essere costretti a lavorare, rinunciando ai loro sogni e alla loro libertà.Con i 15 mila dollari del Premio Reebok per la Gioventù in Azione ricevuti nel dicembre '94 a Boston Iqbal voleva costruire una scuola per ex bambini schiavi. Iqbal diceva: “Nessun bambino dovrebbe impugnare mai uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti di lavoro che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite”.
D’Alessandro Nicola 1G
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