EROI CHE SI SONO
RIBELLATI ALLA MAFIA: PEPPINO e FELICIA IMPASTATO BARTOLOTTA
Giuseppe Impastato, detto anche Peppino, nacque a
Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948 da una famiglia mafiosa: il
padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, lo zio e
altri parenti erano mafiosi e il cognato del padre, Cesare Manzella, era il
capomafia del paese. Ancora
giovanissimo, Peppino ruppe quindi con il padre che lo cacciò di casa e iniziò
una febbrile attività di studio e azioni politiche. Divenuto giornalista
infatti, Peppino si schierò dalla parte degli oppressi, organizzò proteste e
manifestazioni e fondò il circolo Musica
e Cultura per dare voce ai giovani di Cinisi. Ovviamente gli amici di suo
padre, "gli amici degli amici", non potevano sopportare che qualcuno
portasse alla luce del Sole i lori sporchi traffici: nella notte tra l'8 e il 9
maggio fu rapito e fatto saltare in aria con una carica di tritolo, dopo essere
stato immobilizzato sui binari della ferrovia.
Felicia Bartolotta nacque a Cinisi nel 1916. Nel 1947 si sposò con Luigi Impastato, piccolo allevatore. Dal
matrimonio nacquero tre figli: nel 1948 Giuseppe detto ‘'Peppino’’, nel 1949 Giovanni
che morì a soli tre anni e nel 1953 venne alla luce il terzo figlio, chiamato
anch’egli Giovanni. Alla morte del figlio Peppino, Felicia non esitò: doveva
esserci giustizia per suo figlio, ucciso solo per aver denunciato potenti locali
e mafiosi, perché Peppino e la mafia erano due mondi opposti che
mai si sarebbero incontrati. Iniziò a lottare, assieme al figlio Giovanni in
tribunale. Per questa decisione ruppe anche con i parenti del marito. Al
processo contro Badalamenti, con la rabbia che le pulsava nelle vene lo accusò
di essere il mandante dell’assassinio di Peppino. Alla fine Badalamenti fu
condannato assieme al suo vice.Con la sua determinazione è riuscita a far
emergere la verità, restituendo valore e dignità all’ azione di Peppino nel
contrastare la mafia. La sua casa è
divenuta un museo dove giovani da tutta l’Italia vengono per testimoniare la
solidarietà e il coraggio di due eroi al servizio del paese per la cultura
della legalitàe della giustizia. Peppino,
“Se si insegnasse la bellezza alla gente,
la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà”.
Perrotta
Serena, Iorio Martina, Geniale Grazia , Bagno Ginevra , D’Antonio Angela 2E
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