martedì 16 febbraio 2021

Giornata mondiale della pace

 

Enciclica “Fratelli tutti”


Dopo otto anni dalla sua elezione, Papa Francesco scrive una nuova EnciclicaFratelli tutti”, che rappresenta il momento più significativodel suo magistero.

La fratellanza è stata il primo tema che Papa Francesco ha voluto mettere al centro del suo Pontificato, fin dall’inizio, ha espresso questo desiderio: «Preghiamo sempre per noi, l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza».

Il titolo è una citazione diretta dalle “Ammonizioni”di San Francesco: “Fratelli tutti” e indica una fratellanza che si estende non solo agli esseri umani ma subito anche alla terra, in piena sintonia con l’altra Enciclica del Pontefice, la “Laudato sì’”.

Fratelli tutti parla insieme della fraternità e dell’amicizia sociale. Questo è il nucleo centrale del testo e del suo significato; la fratellanza però non è solamente un’emozione, un sentimento o un’idea (per quanto nobile) per Francesco, ma un “dato di fatto”che poi implica anche l’uscita, l’azione e la libertà:

«Di chi mi faccio fratello?»

Per Papa Francesco noi siamo fratelli tutti.

Ecco perché il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi, il Papa, e Aḥmad al-Tayyeb, il Grande Imam di al-Azhar, hanno firmato uno storico documento sulla fratellanza. I due leader si sono riconosciuti fratelli e hanno compreso che la fratellanza umana è l’unica via perla pace mondiale e la convivenza comunein un pianeta lacerato non solo da politiche di integralismo e di divisione, ma anche da “sistemi di guadagno smodato e da tendenze ideologiche, che manipolano le azioni e i destini degli uomini”.

Occorre riscoprire questa potente parola evangelica, ripresa nel motto della Rivoluzione Francese, che noi abbiamo sostituita con quella più debole di «solidarietà». Ha scritto Francesco in un suo messaggio: «Mentre la solidarietà è il principio di pianificazione sociale che permette ai diseguali di diventare eguali, la fraternità è quello che consente agli eguali di essere persone diverse».

Il riconoscimento della fratellanza cambia la prospettiva, la capovolge e diventa un forte messaggio dal valore politico: tutti siamo fratelli, e quindi tutti siamo cittadini con uguali diritti e doveri e quindi tutti godono della giustizia.

Sin dalle prime battute si comprende come il Papa consideri la fraternità non solo in relazione agli esseri umaniche ci sono più prossimi, ma verso tutti, gli abbandonati, i malati, gli scarti, gli ultimi, andando oltre le distanze di origine, nazionalità, colore o religione. Lo sguardo è quindi globale e universale.

Inoltre Papa Francesco sviluppa diversi temi del nostro tempo: la politica che non sa guardare lontano per risolvere i problemi sociali, la cultura dello scarto globale, i diritti umani e la necessità di accogliere i migranti e l’importanza di essere vicini fisicamente agli altri e non solo connessi virtualmente.Il percorso che Papa Francesco ci fa compiere è quello che ci mostra la necessità di andare oltre se stessi: abbandonare la solitudine dell’uomo preoccupato solo di consumare merci, chiuso nel suo individualismo e spettatore passivo,per provare a percorrere la strada dell’amore e delle relazioni che arricchiscono.Questo amore, che è apertura agli altri, é «ospitalità», è il fondamento dell’azione che permette di stabilire l’amicizia sociale e la fraternità.

Giornata mondiale della pace

La Giornata mondiale della pace è una ricorrenza, celebrata dalla Chiesa cattolica, che cade il 1º gennaio di ogni anno. Scopo della Giornata è dedicare il giorno di Capodanno alla riflessione e alla preghiera per la pace.

La ricorrenza è stata istituita daPapa Paolo VI con un messaggio datato 8 dicembre 1967 ed è stata celebrata per la prima volta il 1º gennaio 1968.

Da quell'anno il Pontefice della Chiesa cattolica invia ai capi delle nazioni e a tutti gli uomini di buona volontà un messaggio che invita alla riflessione sul tema della pace.

Il tema centrale del 1° gennaio 2021 è “La cultura della cura come percorso di pace”.

“Cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, spesso prevalente”. Oggi è necessario accompagnare i nostri giovani a essere “artigiani della pace” per promuovere la “cultura della cura” che afferma “l’inclusione e non l’esclusione, la dignità unica e inviolabile della persona e non lo sfruttamento”, siamo chiamati a favorire il bene comune nella famiglia, nella comunità, nella società, dove tutti i membri sono uguali in dignità.Quanto ciò sia vero e attuale ce lo mostra la pandemia del Covid 19, davanti alla quale “ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, perché “nessuno si salva da solo” e nessuno Stato nazionale isolato può assicurare il bene comune della propria popolazione”.



                                                                     Maria Luisa Dell’Aversana, classe 3a L

I.C. Rocco cav. Cinquegrana

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