AGENDA 2030 -OBIETTIVO 2: FAME ZERO
L’agenda
2030, entrata in vigore a livello internazionale il 1° gennaio del 2016, è un
piano di salvataggio del pianeta. E’ stata approvata dalle Nazioni Unite,
un’organizzazione che rappresenta 193 Paesi nel mondo ed ingloba 17 Obiettivi
per lo sviluppo sostenibile che tutti i Paesi
del mondo, non solo quelli più poveri, si impegnano a raggiungere entro
il 2030. In qualsiasi Paese vi sono situazioni di povertà, di malnutrizione, di
cure mediche inadeguate, di scarsi livelli di istruzione; ovunque le donne non
vedono garantite le pari opportunità. Potremmo immaginarla, dunque, come un
diario che ognuno di noi dovrebbe possedere, nel quale appuntare gli obiettivi
da raggiungere entro un anno.
Soffermiamoci
ora su uno dei problemi più diffusi nei paesi poveri: LA FAME.
Molti
paesi ricchi consumano le risorse dei paesi poveri lasciandoli in estrema
povertà soprattutto dal punto di vista alimentare. Si parla infatti di
malnutrizione cioè un’alimentazione squilibrata in cui vi è mancanza di
nutrienti o l’assunzione di questi si ha in proporzioni errate.
La
malnutrizione si distingue in ipernutrizione che porta all’obesità e
denutrizione che porta all’anoressia.
L’Agenda
2030 crede che la strada migliore per aumentare la sicurezza alimentare e la
nutrizione sia quella di investire nei piccoli agricoltori infatti propone di
aumentare Il lavoro agricolo per rendere i campi abbandonati coltivabili e
produrre cibo a sufficienza per sfamare l’intera popolazione mondiale affinché
nessuno resti senza il bene primario cioè il cibo.
È
impensabile che, ancora oggi, si senta parlare di questo problema: persone da
un lato del mondo che non hanno la possibilità di nutrirsi mentre altre che
hanno cibo in abbondanza. L’Agenda infatti ha
tra le finalità quella di adottare misure per garantire il corretto
funzionamento dei mercati e facilitare la distribuzione di cibo in tutto il mondo. Se pensiamo a chi ha troppo e
chi niente dovremmo impegnarci e assumerci le nostre responsabilità perché non
è mai troppo tardi per rimediare a questa assurda e triste situazione.
È
difficile parlare delle cause della povertà. Perché sono troppo grandi, troppo
complesse, troppo radicate. Il nostro obiettivo è combattere la povertà. Non
abbiamo una formula magica. Probabilmente non esiste nemmeno. Ma possiamo
impegnarci con piccoli-grandi gesti volti al nostro obiettivo:
1.
Esistono tante organizzazioni locali che accettano donazioni di
alimenti, per poi distribuirli tra i più bisognosi.
2.
Possiamo Sostenere le organizzazioni che donano cibo, le quali hanno
bisogno di fondi per restare aperte e pagare le persone che vi lavorano; spesso
sono anche a corto di volontari che diano una mano nella distribuzione dei
prodotti.
3.
Portare il cibo direttamente ai più bisognosi.
4.
Prestare attenzione ai prodotti che compriamo. Quando alcuni beni
vengono acquistati in grandi quantità, ciò può effettivamente nuocere alle zone
in cui vengono prodotti.
5.
Ridurre lo spreco di cibo.
Questo
lavoro ci ha fatto capire quanto siamo fortunati, per questo ci teniamo a
ringraziare la professoressa che ci ha dato l’input e ci ha fornito tutte le
informazioni necessarie per realizzarlo e ci ha stimolato a guardare sempre un
po' oltre ciò che riusciamo a vedere con i nostri occhi.
Un
ringraziamento va ad Alessandra per averci informato e averci dato
l’opportunità di conoscere le condizioni del Kenya, e tanti altri paesi..
Speriamo
di avere altre opportunità come queste e di poter contribuire a sconfiggere la fame e la
povertà nel mondo.
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