LE TARTARUGHE MARINE, UNA SPECIE IN VIA DI ESTINZIONE
Sono animali carnivori, che si nutrono di meduse, pesci, crostacei e molluschi. All’inizio della loro vita, vivono in mare aperto sulla zona superficiale marina e, successivamente, si spostano in fondali bassi. Una tartaruga marina vive in media addirittura 80/90 anni! Sono minacciate dalle attività umane, infatti, sono molto sensibili al disturbo del turismo nelle aree di riproduzione, e soprattutto all’inquinamento in particolare della plastica. Ogni anno, nel Mediteraneo, si catturano circa 150mila tartarughe marine, di cui 40 mila muoiono.
La specie più piccola e diffusa nel Mediterraneo è la Caretta Caretta, una specie onnivora che arriva fino a 1,1m di lunghezza e può pesare 180kg. Esse possono deporre più di 100 uova sulle nostre spiagge, ma a causa dei pericoli, solo una su dieci si salva. Si possono riconoscere per la presenza di 5 scudi laterali. Invece, la Tartaruga Verde è riconoscibile per i 4 scudi laterali, il loro nome viene dal fatto che sono vegetariane e arrivano fino a 1,30 di lunghezza.
La tartaruga più grande del mondo è la Tartaruga Liuto che arriva
fino a 2 metri di lunghezza. Questa è una specie molto rara e soprattutto
solitaria, socializza solo per l’accoppiamento a 25 anni. Una cosa stranissima,
che ci ha colpito… in base alla temperatura dell’uovo si stabilisce il sesso
della tartaruga!
A differenza delle tartarughe terrestri, non sviluppano gli arti
e non vanno in letargo. Restano in apnea fino a 30 minuti e dormono sott’acqua
per 2 ore rallentando il battito cardiaco fino a 2 al minuto.
Il WWF opera in diversi progetti a livello globale per rilevare, sorvegliare e proteggere le spiagge di nidificazione delle tartarughe. Esaminano e difendono le nidiate e fanno sì che le aree protette, sia di mare che di spiaggia siano ben riconoscibili. Uno studio di 10 anni sulla tartaruga marina comune ha dimostrato che il 35% degli esemplari analizzati avevano inghiottito plastica. Circa 900 tartarughe ferite vengono soccorse e accolte ogni anno nei Centri di Recupero WWF, come quelli di Policoro, Molfetta, Lampedusa e Torre Guaceto, dove vengono curate e poi molte liberate in mare.
Le tartarughe marine sono al 2° posto nella RED LIST; pensando
di mangiare meduse in realtà mangiano buste di plastica, che ne provocano blocchi intestinali. Per poterle
salvare, gli esperti iniettano loro dei cibi grassi (calamari, oli naturali..),
in modo da liberarne l’intestino. Anche gli aghi delle canne da pesca possono
causare gravi danni, perciò i marinai li hanno
rimpiccioliti e hanno aggiunto delle lucine in modo che le tartarughe possano
“vedere” il pericolo.
Vitale Francesca
Cammarota Sofia
2F
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