martedì 16 novembre 2021

Milite ignoto


 CHARLOTTE UNA MAMMA CORAGGIOSA
Era il 1921 quando durante la solenne cerimonia del Milite ignoto la gente per strada piangeva. L’aria ed il cielo erano tappati da una coltre di nebbiolina grigia. Ciascun cittadino aveva visto un treno a vapore fermarsi dinanzi alle più importanti città, chiedendosi se non fosse quella locomotiva un freddo pezzo di metallo che strappava uomini, padri,figli a ciascuna famiglia per poi non riportarli indietro. La Signora Carla , una sessantenne bassa con  gambe e braccia ossute e grosse, i capelli brizzolati all’indietro e gli occhi affogati dal dolore e rossi in prossimità dell’iride, indossava un abitino nero con tanto di scialle e velo per onorare il propio figlio Giacomo. Lì lei era pronta a salire sull’altare della Basilica di Aquileia a denunciare il marciume che si nascondeva dietro i potenti che avevano voluto una guerra ingiusta. La signora, con la lentezza di chi rispetta la sua età, cominciò a parlare dicendo: -Giacomo era uno dei tanti uomini che si è gettato a capofitto in una guerra che non era la sua. Ci teneva alla patria più di quanto tenesse alla sua vita. La cosa è evidente dato che siamo qui a piangere lui come ogni uomo che abbia esalato il suo ultimo respiro sul campo di battaglia. Nulla di tutto questo è giusto, le guerre sono tutte portatrici di dolore e morte. Pensate al sangue gettato, alla vita trucidata in quelle trincee limitanti fredde come i gas gettati sulle povere genti, infide come i nemici che  sognavano di schiacciare il paese nemico in nome della libertà e dell’amor patrio. Io sono una madre, ma sono anche una povera vecchia e mi rimane poco tempo, avrei voluto, sperato di trascorrere i rimanenti anni della mia faticosa vita col mio bambino accanto, sapendo che lui aveva l’anima in pace. Ora piango la sua morte e sono chiamata a parlare perché questi aristocratici Italiani pensano che con una medaglia e due complimenti possano ripagarmi della mia grande tragedia E no! Mio figlio non è qui e non ci sarà per tante donne che piangono ancora perché le spoglie dei loro ragazzi sono state fatte a pezzi e l’ultima volta  che hanno guardato quegli occhi traboccanti di sogni e paura è stato 5 anni fa! Chissà cosa avrebbero detto una volta tornati, magari avrebbero cambiato il mondo, lo avrebbero risollevato dalla morte e dalle tragedie passate! Nessuno lo saprà mai, ma ciò che so e che voglio teniate a mente, è che l’unità del Paese è nata col sangue di figli,mariti,nipoti e uomini coraggiosi che pensavano di fare bene agli ideali che fermamente difendevano. Ma si sa, un ideale corretto non si porta sul campo. La diplomazia e la democrazia risolvono i diverbi non conflitti e guerre. Giacomo avrebbe potuto essere uno fra voi seduti in platea, avrebbe potuto vivere come voi ma lui e tanti altri non sono qui. Non permetterò mai che queste persone diventino tasselli di un mosaico o pagine di storia vuote. Il paese cade in miseria,ma allora mi chiedo cosa abbia portato la guerra? Due territori in più? No! Ha portato la devastazione nel cuore e nel concreto. Allora adesso l’unica cosa che possa fare in quanto donna matura e ormai al capolinea, è affidare e avvisare i giovani, i posteri del dono prezioso che il Signore ha concesso: la vita! Non sottovalutate niente, siate grati di poter fare delle esperienze e di vivere in serenità. Siate il fervido ricordo di chi ha gettato il sangue, di chi è un Milite Ignoto oggi poiché nessuno lo sarà domani.
Gimmati Roberto 3F    


Caro figlio mio è ormai passato tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo scritti. Ricordo ancora il tuo bellissimo sorriso ed ogni volta che ci penso mi scende una lacrima. Volevo solo dirti che mi manchi davvero molto. Nella tua camera ho appeso una tua foto, così quando la intravedo, ripenso a tutti quei bei momenti passati assieme, per esempio quando preparavamo i dolci, ci riempivamo di farina e non smettevamo di ridere. Sono più che sicura che tu ogni giorno mi stai a fianco e mi proteggi dall’alto. Ricordo ancora quei giorni quando ti sbucciavi il ginocchio e venivi pieno di lacrime da me per farti consolare, oppure quando litigavi con tuo fratello e venivi per chiedermi chi avesse ragione. Tuo padre e tuo fratello sono molto fieri di te per tutto quello che hai fatto, anche a loro due manchi molto e non vedono l’ora di rivederti. A tavola non facciamo altro che parlare di te, di tutte le imprese meravigliose e di tutto il coraggio che hai sempre dimostrato. Caro figlio mio, spero che un giorno ci rivedremo per recuperare tutto quel tempo perso, a chiacchierare, a scherzare, a piangere e molto altro. Vorrei solo averti potuto abbracciare per un’ultima volta e ripeterti quanto bene ti voglio. Nell'ultima lettera che ho ricevuto so che tu sei andato in guerra in Russia detta anche grande guerra patriottica, come mamma mi è stata data anche la possibilità di piangere su un feretro ma non so dove tu sia stato realmente sepolto, mi consola solo il pensiero che il Milite Ignoto qui a Roma possa appartenere al tuo corpo mortale. E, come migliaia di altre madri che piangono i loro figli mai più tornati alla casa natia, così anch’io piango la tua morte sulla tomba comune a tutte noi, prive dei nostri adorati figli.
Feola Lorenzo 3F


Mi chiamo Teresa, sono la mamma di un soldato disperso in guerra.

Mio figlio, Luca, aveva 20 anni.

Nel mio quartiere tutti lo amavano.

Era un modello da seguire per tutti i ragazzi della zona.

Luca aveva lasciato la scuola con dispiacere per questioni economiche.

Era sempre bravo. 

Aiutava sempre in casa ed era sempre altruista e generoso.

Pensate che a volte si alzava prima dell’alba per aiutare il padre nella panetteria.

Amava i suoi fratelli: Marco, Giovanni e Maria.

Li portava a spasso, li aiutava a studiare e giocava tanto con loro.

Luca aveva un bel sorriso raggiante, infatti rallegrava le giornate di qualsiasi persona che incontrava.

Quando coloro che lo conoscevano e lo amavano seppero che Luca doveva partire, gli organizzarono una piccola festa per salutarlo.

Mi piangeva il cuore vedendolo preparare le valigie e avevo la tremenda paura di non poterlo rivedere mai più.

Invece Luca era felice di combattere per difendere il suo Paese, per la sua patria.

Ricordo ancora che gli brillavano gli occhi come quando era bambino e giocava al soldato con i suoi cuginetti.

Lui era sempre il vincitore; infatti la sua cameretta era piena di coccarde con il numero “1” che realizzava con dei fazzoletti di carta.

Quando era al fronte mi inviava spesso delle lettere per rassicurarmi del suo star bene.

Mi mancava sempre, ogni giorno di più.

Capii che era successo qualcosa quando, dopo quasi un mese, non ricevetti più alcuna sua lettera, così decisi di scrivere al comando generale per chiedere sue notizie.

Purtroppo non ce l’aveva fatta: RISULTAVA DISPERSO.

Il giorno che lo seppi scoppiai in un pianto infinito.

Sapere che mio figlio era morto lì, senza avere nessuno accanto mi distruggeva dal dolore, tanto che non riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto.

Volevo rivedere il suo corpo almeno per l’ultima volta, ma mi dissero che era impossibile riconoscere una persona tra tantissimi morti.

L’idea di non poter avere nemmeno più una tomba su cui piangere la sua scomparsa né la possibilità di deporre un fiore e sapere che sarebbe stata scelta una salma irriconoscibile di un soldato, aumentava ancora di più il dolore per la sua morte.

 Mi manca tanto tanto e spero, un giorno, di rivederlo e che questo sia stato solo un terribile incubo.

Griffo Laura 3A




Oggi 4 novembre 1921 il Milite ignoto è stato sepolto all’Altare della Patria di Roma. Con questo nome si intendono i soldati caduti in guerra, i cui corpi non sono mai stati ritrovati o identificati. La salma è stata scelta da una commissione tra 11 corpi di soldati morti in diversi luoghi del fronte. Le bare sono state radunate ad Aquileia il 28 ottobre, ed è stata scelta la signora Maria Bergamas, madre di un caduto in guerra il cui corpo non è stato mai rinvenuto. La donna simbolo delle madri che non hanno mai potuto dare l’ultimo saluto ai propri figli, ha avuto il compito di scegliere tra le spoglie quella che oggi si trova sotto l’Altare della Patria. La bara è stata trasportata con un treno speciale, partito il 28 ottobre per Roma. È stato un viaggio solenne con ali di folla che hanno salutato il passaggio con commozione. Le fermate sono state 13 e il 2 novembre il convoglio arriva alla capitale. Oggi, 4 novembre 1921, terzo anniversario della fine della guerra, la bara è stata sepolta all’Altare della Patria.



Cronista: Gabriele Crispino 3A


Il 28 Giugno del 1914 l’attentato a Sarajevo all’Arciduca d’Austria-Ungheria Francesco Ferdinando e a sua moglie ha dato inizio alla Prima guerra mondiale. È stata una lunga guerra che ha portato via il mio bambino, appena diciottenne, come tanti suoi coetanei. Il dolore che porto nel cuore non può essere mitigato dal tempo, perché io non accetto la sua morte. Il luogo in cui ora vivo non può mai più essere definito casa, senza di lui che canta a voce spiegata. Era vivace e pieno d’affetto, con sé portava felicità e risate e con una sola parola riusciva a confortare anche il cuore più mesto. Voleva essere un maestro di letteratura, da cui fin da piccolo era attratto. L’amore per la sua patria, però, era più grande del suo sogno. Amava passare interi pomeriggi estivi sotto il tiepido sole nel “Prato delle margherite” e le notti sotto le stelle, mentre componeva le sue romantiche poesie, che mi aiutano a dormire facendomi sentire più vicina a lui.

Nel Milite Ignoto lo ritrovo. Come ad altre madri anche a me dà conforto poter pregare e piangere sull’Altare della patria, pensando che quella salma sia il suo corpo, che non posso più stringere a me.

Mi rivedo in una madre in particolare, la popolana Maria Bergamas che ha scelto la salma di un soldato caduto tra undici, il Milite ignoto, che è stato portato da Aquileia, il 29 ottobre del 1921, ed è giunto a Roma il 4 novembre, con un treno a vapore. In quello stesso giorno è stato sepolto nel Sacello dell’Altare della Patria, affinché lui possa essere la memoria di tutti i soldati caduti e dispersi nella sanguinosa Prima guerra mondiale.
Capuano Sara 3F







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