FESTA DELL'ALBERO
Caro Albero,
Tu che poni le tue radici nel candido e marrone suolo della nostra scuola, simbolo di ordine in un mondo di caos, di salvezza in un mondo di disperazione e di speranza in un mondo già devastato, ti auguro di crescere forte, in modo che i tuoi rami possano essere il riparo dal vento freddo e impetuoso, le tue radici un saldo riferimento ed il tuo tronco simbolo di stabilità e magnificenza. Sai, in questo periodo tutto questo serve molto, poiché i vegetali come te stanno sparendo . Piante dai grandi fusti e cespugli esili che prima donavano alla terra aria fresca da respirare e temperature abbordabili con cui vivere stanno morendo ed il tutto per la gola degli esseri umani. Non voglio dirti di diffidare di tutti gli uomini che sforino le tue fronde o che ti diano acqua pura, ma diffida degli sguardi avidi dei menti aguzzi e delle bocche frementi che non ti vedono. L’unica cosa che scrutano con quegli occhi da predatori iniettati di sangue è il terreno alle tue spalle, su cui edificare una bella fabbrica. Fidati invece dei giovani, che giocano beati fra i cortili della scuola e che parlano fino a mezzogiorno quando il sole picchia sulle loro teste. Loro sono le sentinelle della natura, quelli che tutti i giorni si battono per essere ascoltati e considerati, quelli che pensano che un alberello anche piccolo come te sia importante come una grande quercia. A volte questi giovani sembrano scoraggiarsi vedendo cose come la Cop-26 dove gli adulti che li ignorano fanno finta di fare cose per salvare la biosfera. Sono tutti coscienti di quello che sta avvenendo a livello climatico, lì le piantine come te non sono state considerate. L’unica cosa importante era farsi belli per il pranzo nel palazzo rivestito in oro zecchino dalle forme architettoniche pesanti e calcate. L’argomento è stato trattato come una discussione familiare di domenica sera, senza contare quanti benefici gli arbusti come te portino al mondo. Capisci tutto troppo tardi, quando le illusioni ti fanno viaggiare in città alimentate da pale eoliche. L’idea dello spreco di tempo è appunto data da un piccolo verbo che viene sostituito con un altro. Da eliminare a ridurre la strada è parecchia, ma è appunto su questi fascicoli pesanti e tristi che vengono firmati che si capisce quanto si sia fuori strada. Caro alberello, tu sarai forte e ti lascerai alle spalle l’inutile e imbarazzante 26seesima Cop, diverrai simbolo di pace e di rispetto in quanto pregiato dono e fonte di ossigeno. Dopo il mio discorso potresti scoraggiarti vedendo come gira questo mondo, e magari pensare di non essere così tanto simbolo di rinascita, ma ricorda che ogni grande quercia nasce da un piccolo seme e noi stiamo piantando quel seme oggi e non aspettiamo che un politico lo faccia per noi domani.
Roberto Gimmati 3F
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