Don Peppe DIANA- Per amore del mio popolo
L’I.C.
“Don Diana” si pone come scuola capofila del progetto “VOGLIO VEDERE
FIORIRE IL PESCO", in occasione della "FESTA della LEGALITÀ”
giornata dell'impegno e della memoria istituita dalla Regione Campania nel
2012 in ricordo dell'uccisione di don Peppino Diana
LA SPERANZA IN UN MONDO MIGLIORE
Il 04 luglio 1958 nasce a Casal di Principe, da genitori
proprietari terrieri, Giuseppe Diana che sarà da tutti noi conosciuto come don
Peppe.
All’età di dodici anni entra nel Seminario Vescovile di
Aversa, dove completa le scuole medie. Consegue la maturità classica e si
trasferisce a Posillipo presso la Facoltà di Teologia. infine, nel 1985 si
laurea in Storia e Filosofia presso l’Università “Federico II” di Napoli.
Viene nominato alla guida dell’AGESCI, associazione guida e
scouts cattolici italiani, diventa segretario del vescovo di Aversa Giovanni
Gazza e assume la cattedra di insegnante di religione presso l’istituto
Alberghiero e l’istituto tecnico “A. Volta” di Aversa. Successivamente, insegna
le materie umanistiche nella scuola media del Seminario Vescovile di Aversa.
Il 19 settembre 1989 è nominato sacerdote della parrocchia di
san Nicola in Casal di Principe.
Dalla sua parrocchia inizia la sua lotta contro la
criminalità organizzata, da un lato, denuncia come la camorra inizia ad
infiltrarsi in tutta l’economia dell’agro aversano, dall’altro, cerca di
offrire un’alternativa onesta ai giovani del suo paese.
La notte di Natale del 1991 in tutte le chiese di Casal di
Principe e della Diocesi aversana viene letto un testo scritto da don Peppe: “Per
amore del mio popolo”.
È considerato il suo testamento ideologico; è l’invito
rivolto ai giovani e a tutti gli uomini di buona volontà e onesti di non
arrendersi a chi opera nell’ombra. Dall’altare diceva contro la camorra: “La
gente deve sapere che i camorristi sono spietati e sanguinari; controllano le
attività edilizie e il commercio. Vendono la droga, rovinando così la vita di
ragazzi, giovani e poveri immigrati africani”. Don Peppe invita i giovani
ad “avere il coraggio di compiere delle scelte, di denunciare”.
La mattina del 19 marzo 1994, nella sacrestia della sua
parrocchia, i sicari della camorra sparano cinque colpi contro don Peppe. Muore
a soli trentacinque anni. Al suo funerale partecipò una folla impressionante.
Un gesto che significava molto perché si era infranto il muro dell’omertà. Da quel giorno nella coscienza delle persone
qualcosa era cambiato. Sulla sua tomba sono riportate queste parole: “Dal
seme che muore fiorisce una messe nuova di giustizia e di pace “. Don Peppe
Diana è stato questo seme di giustizia e di legalità. La sua vita, come un seme
nella terra, è diventato l’albero della speranza ma questo albero, per crescere
forte e rigoroso, ha bisogno di essere ogni giorno innaffiato con gesti di
amore, onestà e coraggio.
La sua morte non è stata vana; Casal di Principe, un tempo
nota come la terra del “clan dei casalesi”, oggi è la terra di don Diana, cioè,
della rinascita sociale e culturale delle nostre terre.
Aver paura è normale, ma ripensando alla fede incrollabile di
don Peppe e alle sue parole, nasce in tutti noi giovani la forza necessaria per
reagire alle ingiustizie con una costante voglia di libertà guidata da un
profondo senso di giustizia.
il 25 aprile 2004, a Casale, è stato fondato il “comitato don
Peppe Diana”.
"Non c'è bisogno di essere eroi, basterebbe il coraggio
di aver paura, il coraggio di fare delle scelte, di denunciare ... "
Don
Peppe DIANA- Per amore del mio popolo
Vitale Francesco Pio 3D