domenica 26 aprile 2020

Iqbal Masih : un bambino coraggioso


Iqbal Masih


simbolo della lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile




Quando si pensa alla fanciullezza si è portati ad associare il termine alla spensieratezza e alla gioia di vivere, tipiche di questa età. Purtroppo non è così ovunque.
La vicenda di Iqbal Masih è un chiaro esempio di come, in alcune zone del mondo, i bambini vivano in condizioni di schiavitù e di quanto possa essere difficile provare a ribellarsi. Ci sono luoghi in cui quello che a noi può sembrare impossibile, ad altri appare come la sola strada percorribile. E così ci sono genitori che si ritrovano a sacrificare il proprio figlio pur di provare a saldare un debito. Esistono bambini che sono privati della propria libertà restando rinchiusi nelle fabbriche a sostenere ritmi di lavoro disumani.
Iqbal, però, era riuscito a sfuggire a tutto questo e aveva iniziato la sua battaglia per vivere in un mondo migliore. Una battaglia, però, che è stata interrotta troppo presto e senza che nessuno avesse interesse a fare chiarezza.
Questo non deve essere un motivo per arrendersi. Ognuno deve guardare al fenomeno della schiavitù infantile come qualcosa da arginare. Questa spirale di violenza, che punta contro bambini indifesi a cui viene rubata la fiducia nel prossimo, non può essere tollerata ancora per molto.
Non ci si può voltare da un’altra parte sperando che qualcuno un giorno arrivi a cambiare le cose, né si può considerare inesistente quella realtà solo perché lontana dalla nostra rassicurante quotidianità. Quei bambini hanno gli stessi sogni e gli stessi diritti di noi ragazzi. Anche loro devono avere la possibilità di fare progetti per il futuro, sicuri di essere messi nelle condizioni di provare a realizzarli.
È compito di ognuno impegnarsi attivamente perché non ci siano famiglie costrette a vendere i propri figli pur sapendo di condannarli a un futuro di sfruttamento e di violenze.
È giunto il momento di unire le forze e levare alta la voce contro chi sfrutta il lavoro minorile e, ancor di più, contro chi con omertà e indifferenza lascia che tutto avvenga in nome di interessi economici più grandi.

Maria Rita Fusco  III D

venerdì 24 aprile 2020

25 APRILE GLI EROI DELLA LIBERTA'


25 APRILE 

GLI EROI DELLA LIBERTA'



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Il 25 aprile 1945, anniversario  della liberazione, è celebrato in Italia come data simbolica della liberazione dell’intero territorio nazionale dalla dittatura e dall'occupazione. Vengono ricordati con l’appellativo di “partigiani” coloro che  hanno preso parte al movimento della Resistenza, all’occupazione nazifascista, ma la definizione che noi attribuiamo è ben diversa: questi sono uomini che hanno lottato duramente, che hanno vissuto nell'inquietudine e che hanno sofferto per la lontananza dai propri cari ma che non si sono mai arresi; uomini che hanno sacrificato la loro vita  per raggiungere un obiettivo: rivendicare il diritto alla libertà. I partigiani non hanno solo fatto la storia, loro SONO la storia del nostro popolo, gli eroi ai quali noi dobbiamo la nostra LIBERTÀ. Durante la Resistenza si distinsero anche l’audacia e la determinazione delle donne, staffette partigiane, che ricoprirono ruoli di estrema importanza. Tra queste spiccò il nome di Irma Bandiera, che ricevette la medaglia d’oro al valor  militare insieme ad altre 19 partigiane. Irma nacque a Bologna l’8 aprile 1915 da una famiglia benestante. Si distinse per la sua bellezza e la sua eleganza. Molto presto entrò nel movimento della Resistenza assumendo il nome di battaglia di ”Mimma”. In seguito all'assassinio di un ufficiale tedesco e  di un comandante delle brigate nere per mano dei partigiani, il 6 agosto a Funo cominciò una tremenda rappresaglia. La sera seguente, Irma fu arrestata a casa dello zio insieme con altri due partigiani, e rinchiusa nelle scuole di San Giorgio, rimase isolata dai compagni.
Fu poi tradotta a Bologna, perché, probabilmente, i fascisti avevano intenzione di estorcerle importanti informazioni. Irma resistette alle torture fino alla fine, senza mai parlare. Addirittura la accecarono ma la sua bocca restò serrata. La mattina del 14 agosto un uomo informò i parenti che il suo corpo esanime si trovava sul selciato. “Mimma” fu lasciata in vista dagli aguzzini per un giorno.
Ancora oggi, come giusto che sia, è ricordato il senso patriottico del sacrificio di Irma che fu di esempio  ai partigiani per intensificare la lotta contro il nazismo.
Tante sono le donne che non hanno mai mollato e che soprattutto si sono dimostrate pari o, in alcuni casi, migliori degli uomini. Ricordiamo Oriana Fallaci, la prima donna italiana ad andare al fronte come inviata di guerra, Livia Bianchi, alla quale fu data la possibilità di sottrarsi alla morte ma rifiutò per farsi giustiziare insieme ai suoi compagni partigiani, e molte altre ancora il cui ricordo rimane vivo nei nostri cuori.
Quella di Sandro Pertini è la storia di un uomo che ci ha fatto riflettere molto sul valore della libertà. Egli fu arrestato per aver espresso le sue idee, seppur gravemente malato mentre era rinchiuso nel carcere di Savona, rifiutò la grazia richiesta dalla madre continuando a lottare per difendere le sue idee.
L’8 luglio 1978 fu eletto Presidente Della Repubblica ma dopo circa sette anni diede le dimissioni e diventò senatore a vita. Morì il 2 febbraio 1990, lasciandoci memoria del suo grande amore per la patria.
Se solo ci fermassimo a pensare a quanto fosse difficile esprimere le proprie opinioni nel passato, ci renderemmo conto di quanto siamo fortunati. Possiamo farci ascoltare, dire quello che riteniamo opportuno, decidere di essere favorevoli o di opporci a qualche decisione senza che qualcuno possa ostacolarci. Questo è possibile grazie a coloro che hanno preferito morire per la libertà piuttosto che vivere nella dittatura.
Chiara Buononato, Chiara Di Santo Classe 3^I