PER SPEGNERE UN INCENDIO DI OMERTÀ, C’È SEMPRE PRONTO UN MARE DI VERITÀ
La libertà di stampa, così come espresso nell'articolo 21 della Costituzione Italiana, è un diritto di ciascuno di noi, dalla persona più comune all’uomo più potente del pianeta.
Spesso però questo diritto è violato, talvolta addirittura negato in paesi come la Cina o le nazioni africane, ma perché? Perché è impossibile dire la verità?
Perché significa far breccia nel muro di omertà perenne e molti non hanno né la volontà né la forza di agire in modo consapevole.
La verità scomoda di chi non ha paura, di chi mette a repentaglio la propria vita per essere al servizio di un paese informato, può emergere come una rosa nel deserto.
Niente e nessuno potranno mai oscurare il ricordo di giornalisti come Giancarlo Siani, che ha portato il sole nelle ombre di Torre Annunziata ed è morto per rendere “la sua verità” immortale tanto quanto lo è la sua memoria.
Ricordiamo Ilaria Alpi, giornalista del “Corriere della Sera” che, spinta dalla voglia di far emergere la verità, rimase vittima di un intrigo politico che ne decretò la morte.
Il suo sacrificio alberga ancora adesso nei nostri ricordi.
Ci sono, poi, giornaliste come Giovanna Botteri che sono un simbolo della determinazione di cronisti che come lei stessa dice, cercano la verità per onorare il loro mestiere.
Lei stessa ha tenuto fede a queste parole nonostante le offese ricevute per il suo look sobrio, lo stesso adottato anche in passato quando registrò in diretta un bombardamento, nonostante fosse potuta rimanerne lei stessa vittima.
Sono persone come queste a dare lustro al nostro Paese, giornalisti che continueranno a battersi finché esisterà la verità; perché, si sa, dove c’è ombra c’è anche luce.
Spero vivamente che la luce della sincerità e dell’onestà intellettuale possano dissipare le tenebre dell’omertà.
Sempre, dovunque e comunque.
di RONZA DANIELE 2^I
GiancarloSiani
I Il 2 novembre è la giornata mondiale per mettere fine ai crimini contro i giornalisti, in memoria di due giornalisti Francesi che sono stati uccisi nel Mali. Quattro anni prima, più di 30 giornalisti sono stati uccisi nelle Filippine, questo attacco contro i giornalisti fu il più grave di tutta la storia.
L’Unesco (United,Nations, Educational, Scientific, Cultural, Organization) si impegna a difendere le vite dei giornalisti e la libertà di stampa, valore fondamentale della nostra società. L’UNESCO è l’organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) per l’educazione, la scienza e la cultura ed è stato fondato a Parigi in Francia il 4 novembre 1946.
Giancarlo Siani è stato il primo giornalista ad essere ucciso dalla camorra, mai la camorra aveva ucciso un giornalista.
Giancarlo Siani era un ragazzo che voleva fare il giornalista e voleva andare al Mattino di Napoli. Giancarlo cresce al Vomero, in uno dei quartieri della Napoli bene, è uno studioso ma anche uno sportivo, gli piace la musica e frequenta il Liceo Classico “Gianbattista Vico”, dopo la maturità sceglie gli studi di Sociologia.
Nell’estate del 1980 arriva finalmente la chance che aspettava, quella di scrivere per “Il Mattino”. Giancarlo Siani diventa il corrispondente del Mattino di Torre Annunziata. In quel periodo, Torre Annunziata è la città dei Gionta, uno dei più influenti clan della Nuova Famiglia che opponendosi alla nuova Camorra organizzata dei Cutolo ha appena cominciato una sanguinosa guerra per l’egemonia.
Il 10 giugno 1985 Giancarlo Siani su “Il Mattino” pubblicò alcuni particolari relativi all’arresto del boss ValentinoGionta. Quell’articolo segnò la sua condanna a morte.
Giancarlo Siani è stato ammazzato a soli 26 anni, il 23 settembre 1985, da 10 colpi di pistola, sotto casa al Vomero, i fari ancora accesi, il giornalista cronista aveva appena parcheggiato la sua auto, una Citroen Mehari verde al ritorno dal giornale.
Giancarlo Siani è un eroe, è il simbolo della libertà di stampa, un Martire, un modello da seguire per noi giovani per non dimenticare ed essere nel tempo testimoni di Verità, di Giustizia e di Democrazia.
Angelo Ziello1F